Tutti a consulto da Monti l'Italia ha di nuovo la febbre alta

Dalla Rassegna stampa

L’Italia ha di nuovo la febbre alta. E Mario Monti ha sentito il bisogno di richiamare ancora una volta i partiti a un maggior senso di responsabilità, senza il quale il governo dei tecnici non potrebbe proseguire. La convocazione a Palazzo Chigi dei tre segretari della maggioranza è arrivata in serata, dopo una giornata in cui alla forte tensione sui mercati, con spread altissimo e banche in grave sofferenza, si sommavano le solite contese interne, con il governo di nuovo bloccato alla Camera sulla legge anticorruzione e uno scontro aperto tra Fornero e Inps sulla valutazione ufficiale dell’istituto - contestata dal ministro - del numero degli esodati determinati dalla riforma delle pensioni, che avrebbe toccato quota 390 mila. Ad appesantire il clima, fin dal mattino, erano state le parole “inappropriate”, come le ha gelidamente definite Monti, del ministro delle finanze austriaco Maria Fekter, secondo la quale, dopo la Spagna, anche l’Italia sarebbe pronta a chiedere aiuti, per far fronte a una situazione non più gestibile con i propri mezzi. Malgrado le rassicurazioni del presidente del consiglio, l’uscita della Fekter era parsa il segnale della gravità dell’attacco della speculazione nei confronti del nostro Paese, destinata a protrarsi per settimane, lungo l’estate.

Monti reagiva ufficialmente con una durezza mai vista prima, e a Palazzo Chigi si confermava che il risentimento verso l’infelice battuta della Fekter, che è stata smentita anche con una nota dell’Eurogruppo, era molto forte. Che la crisi dell’Eurozona resti molto grave lo ha confermato pure il Fondo monetario internazionale, sottolineando come il destino della moneta unica si deciderà entro i prossimi tre mesi. In questa cornice il nuovo martedì nero vissuto dal governo in Parlamento sulla legge anticorruzione ha aggiunto ulteriori difficoltà, spingendo il presidente del consiglio a convocare un vertice a tre della sua maggioranza come non si vedevano ormai da prima delle elezioni amministrative. L’impossibilità, per la ministra Severino, di trovare un compromesso sul testo dell’anticorruzione dopo mesi di trattative, porterà infatti oggi alla Camera a un triplo voto di fiducia, stigmatizzato in aula da Fini per il lungo e inutile rinvio chiesto in precedenza. Ma al Senato, come ha lasciato intendere Cicchitto, il centrodestra si aspetta una riscrittura del testo a cui per ora darà la fiducia solo per evitare la crisi, ma bloccandone l’approvazione definitiva. Di rinvio in rinvio, anche la riforma del mercato del lavoro rischia di non essere varata prima dell’estate; e tutto il pacchetto istituzionale, con la novità del semipresidenzialismo introdotta a sorpresa dal Pdl, ha ancor di più deteriorato i rapporti tra i partiti, portandoli a uno stallo generale. Affrontare la tempesta sui mercati di cui ieri si sono fatte sentire solo le prime raffiche, in queste condizioni, è molto difficile per il governo. E Monti ha detto chiaro ad Alfano, Bersani e Casini che così non si può andare avanti.

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