Troppe domande sgradite e La Russa perde le staffe

Dalla Rassegna stampa

Si chiama Rocco Carlomagno. Ufficialmente giornalista freelance («Il tesserino dell'ordine non
lo prendo perché è un'istituzione fascista»), in realtà è molto più conosciuto come il "Paolini della Politica", dal momento che le sue performance, a differenza dell'altro, avvengono solo in ambito di avvenimenti di partito. Ieri ha provocato il burrascoso epilogo della conferenza del premier, provocando la reazione di Ignazio La Russa che si è trasformato in "buttafuori di lusso".
Prima aveva preso di mira soprattutto la sinistra. Aveva interrotto Veltroni in occasione di una conferenza stampa nella vecchia sede dei Pd, poi Violante e D'Alema mentre discutevano di giustizia. Una volta aveva fatto saltare i nervi anche a Pannella. Ieri si è intrufolato alla
conferenza stampa di Berlusconi: avrebbe esibito un documento molto simile al tesserino da giornalista parlamentare.
Una volta ascoltato il premier, ha cercato di porre domande a Berlusconi, benché non fosse il suo turno («Ma a me la parola non la danno mai» si è lamentato): voleva chiedere della inchiesta che riguarda Guido Bertolaso ed il processo Milis. «Questa è una conferenza stampa per giornalisti. Lei è un provocatore. E' sempre arrabbiato perchè basta guardarsi allo specchio e si rovina la giornata. A nessuno di noi verrebbe in mente di disturbare una riunione: questa è la sinistra con cui abbiamo a che fare» è scattato Berlusconi.
«Presidente, per favore, non esageri: queste domande le potrebbero fare» ha sussurrato in un orecchio del premier (ma troppo vicino al microfono) un assistente. Ma Berlusconi non si è placato: «Portatelo fuori». Solo che, all'invito del premier, è scattato La Russa. Una prima volta si è soltanto avvicinato a Carlomagno che era seduto in un luogo vicino alle telecamere e difficilmente accessibile. Visto, però, che il freelance non si placava, La Russa è tornato sui suoi passi. Ha attraversato la fila di sedie. Lo ha sollevato dal bavero del cappotto mentre questi protestava: «Voglio fare una domanda!».
Il ministro della Difesa lo ha consegnato alla sicurezza, non prima di avergli appoggiato una mano sulla testa. «Picchiatore fascista!» si è rivoltato Carlomagno. Tre funzionari, a quel punto, hanno dovuto bloccare un nuovo assalto del ministro.
Il giornalista ha deciso di presentare una denuncia per aggressione. Ancor prima, Carlomagno è diventato quasi un eroe sulle pagine di Facebook.
 

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