Trionfo per Cosentino nel voto della Camera

La Camera dei deputati ha respinto ieri al mattino la richiesta di autorizzazione a procede contro il sottosegretario all`economia Nicola Cosentino, del Pdl, per concorso esterno in associazione mafiosa; e al pomeriggio tutte e tre le mozioni di sfiducia presentate dal Pd, dall`Idv e dall`Udc. Tutto come previsto. Tranne che al mattino la bocciatura dell`autorizzazione a procedere, già annunciata dall`analogo parere della Giunta perle autorizzazioni, ha avuto 360 voti contro 266: a conti fatti, ben quei trecentosessanta significano ben 51 in più dei deputati su cui conta la maggioranza. Ossia, ha votato contro anche una buona parte delle opposizioni. E poiché nemmeno i voti del gruppo misto (25) bastano, non hanno contato solo, come peraltro è evidente, i "no" dei rutelliani del neonato raggruppamento "Insieme per l`Italia" che vi siedono, compreso il rigoroso Tabacci; né quelli di fede garantista dei Radicali, d`altra parte solo 5 vista l`assenza di Marco Beltrandi. E nemmeno i 7 del Mpa di Lombardo, che l`appoggio a Cosentino l`ha dichiarato. Perciò, è palese che all`estensione del fronte in difesa al sottosegretario, un buon colpo alle «interferenze sulla politica della magistratura eversiva» di cui parla il presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, ha contribuito una grande parte dei 31 deputati dell`Udc di Pierferdinando Casini. Pur firmataria d`una delle mozioni di sfiducia poi respinte dalla Camera stessa, come detto. E che comunque, al momento delle votazioni pomeridiane, sulla mozione dell`Italia dei Valori si è ufficialmente astenuta. Cosentino aveva annunciato di essere pronto a dimettersi se fosse passata la sfiducia, ma il risultato è stato tale da fargli dichiarare di essere «soddisfatto ma non contento» perché, tanto per rilanciare, «nessuno è contento di difendersi da accuse tanto infamanti». Al procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore non è rimasto che dichiarare dal canto suo: «Rispettiamo l`autonomia del Parlamento ma continueremo le nostre indagini». Dal lato della maggioranza, nel voto parlamentare di ieri c`è stata una sola defezione, proprio al momento delle votazioni sulla sfiducia: quella di Fabio Granata, deputato finiano. L`unica luce corrispondente ai banchi di Pdl e Lega Nord-Padania rimasta spenta al controllo elettronico sul tabellone dell`Aula di Montecitorio.
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