Tremonti: collasso evitato. Ma niente formule magiche

Dalla Rassegna stampa

L'opposizione attacca chiedendo azioni più espansive per combattere gli effetti della crisi e il governo si difende mettendo in luce l'esigenza di «mettere in sicurezza» i conti pubblici: si svolge così, senza strappi rispetto alle previsioni, il dibattito sulla politica economica alla Camera che si conclude con la bocciatura delle mozioni presentate dai leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, di Udc, Pier Ferdinando Casini e dei Pd, Pier Luigi Bersani.
«Noi abbiamo coraggio, ma non siamo incoscienti» dice il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, sottolineando che «non ci sono formule magiche» e rivendicando di aver agito con successo per scongiurare «i rischi di collasso del bilancio pubblico, di scontro sociale e di blocco produttivo». Se si fosse fatta la scelta di aumentare il debito per sostenere altri interventi, «avremmo avuto più tempesta» aggiunge il ministro, il quale, rifacendo a ritroso il cammino della crisi, sottolinea il carattere «estero» - dovuto al crollo delle esportazioni- della recessione italiana. Ricordando poi il peso del terzo debito pubblico del mondo, rileva come questo sia comunque cresciuto nei due anni della crisi, per la prima volta, sotto la media europea e come la correzione del deficit chiesta da Bruxelles all'Italia sia di gran lunga inferiore di quella degli altri principali partners. Il sistema previdenziale «è stabile» e sul fisco «è allo studio» una riforma del meccanismo «vecchio di mezzo secolo» e solo via via «rattoppato». «Non metteremo imposte sul patrimonio, né sul risparmio né sulla casa» assicura, offrendo all'opposizione la possibilità di organizzare «una specifica sessione parlamentare sull'evasione fiscale». Intanto, annuncia il ministro, «partirà il Fondo per l'edilizia privata sociale, con due miliardi e mezzo assicurati da Cassa depositi e prestiti, fondazioni bancarie, banche e assicurazioni con la capacità di costruire circa 5o mila alloggi in cinque anni». E poi, già da oggi «prenderà forma il Fondo italiano di investimento, organizzata in soli tre mesi con la Cassa depositi e il sistema bancario italiano».
«Signor ministro non sapevo che fosse anche un pittore astrattista: ha dipinto un'Italia che non c'è. Se l'è inventata lei» ribatte Di Pietro, che tira in ballo «gli evasori fiscali ai quali avete regalato il condono». Casini accusa invece il governo di fare col «dibattito surreale sulle due aliquote, sull'abolizione dell'Irap, il piano casa, il piano opere, solo fuochi d'artificio, spot e propaganda». Bersani è decisamente più severo: «Oggi il governo è venuto a mani vuote», ha svolto «una difesa d'ufficio» ma «non ha detto nulla di nuovo mentre chi è alle prese con la crisi vorrebbe che si facesse qualcosa di più forte. Voi promettete il bel tempo a chi è nei guaì ma lo garantite a chi non lo è». Secondo il leader del Pd «ci vuole un piano anticrisi fatto di due cose: interventi immediati e un cantiere di riforme». Insomma, conclude Bersani «Metteteci più coraggio e responsabilità per affrontare la crisi economica. Presidente Berlusconi, non si faccia ossessionare dalle televisioni: cambi canale. Faccia una telefonata ai problemi che aspettano da tempo».
 

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