Tra allarme irregolarità e vecchi veleni torna la partecipazione, Bersani soddisfatto

L’alta affluenza alle primarie del centrosinistra in due importanti città come Bologna e Napoli che andranno al voto in primavera, dirada innanzitutto uno spettro: quello del flop partecipativo a uno strumento sulla cui opportunità e utilità le discussioni si erano infittite negli ultimi tempi. Nel capoluogo emiliano a quattro ore dalla chiusura dei seggi i votanti erano 22.414, molto più delle previsioni più rosee che davano per buono il traguardo dei 15 mila a fine giornata. Con il ricordo della deludente partecipazione alle primarie di Milano, nonostante la serrata competizione tra quattro candidati, sembrava pesare sulla voglia dell’elettorato di centrosinistra bolognese di raggiungere uno dei 50 seggi della città la delusione per la poco edificante vicenda che portò alle dimissioni del sindaco Flavio Delbono, a cui si sommava la rinuncia per motivi di salute del favoritissimo Maurizio Cevenini. È stata invece, forse, la maggiore incertezza per la scesa in campo di tre sfidanti a stimolare la partecipazione, che a seggi chiusi dovrebbe superare agevolmente la quota dei 25.000 votanti che nel 2008 sancirono la candidatura di Delbono.
Sono tuttavia in molti a ritenere piuttosto relativa la suspense per il risultato dal momento che Virginio Merola - unico tra i quattro concorrenti ad avere in tasca la tessera del Pd e già assessore all’Urbanistica nella Giunta Cofferati - appare chiaramente favorito e infatti i primi exit poll a urne chiuse lo davano in vantaggio di una decina di punti sulla sola sfidante effettivamente temibile, la vendoliana Amelia Frascaroli, che oltre dell’appoggio di Sel ha goduto di quello della moglie di Romano Prodi, Flavia Franzoni. Si concretizzerebbe così la apertamente dichiarata speranza dei dirigenti del Pd di prendersi, dopo la sconfitta di Boeri contro Pisapia a Milano, una rivincita sui vendoliani. Terzo concorrente, nelle vesti dell’outsider, il "cofferatiano" Benedetto Zacchiroli.
Nelle prossime settimane, invece, occhi puntati su Torino. Le primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco si terranno il 27 febbraio, ma le candidature dovranno essere formalizzate entro il 29 gennaio. É il regolamento stabilito dai segretari cittadini dei partiti della coalizione, riuniti presso la sede torinese del Pd. Sulla data del 29 gennaio hanno insistito gli esponenti di Sel, chiedendo che la scadenza non fosse fissata prima dello sciopero generale della Fiom, il 29 gennaio. I1 fatto viene letto come la conferma del fatto che buona parte del partito di Vendola vorrebbe candidare Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom. Ciascun partito, è stato deciso, stabilirà le proprie regole per partecipare alla competizione. E tutti avranno una sorta di diritto di veto nei confronti dei candidati espressi dalle altre forze della coalizione. I contorni del raggruppamento sono ancora in via di definizione, perché una eventuale scelta di Sel e Fds contrastata dal Pd potrebbe portare all’esclusione della sinistra radicale dalla coalizione.
Nel concreto, il Pd ha posto la soglia delle 700 firme, già ampiamente superate da Piero Fassino e quasi raggiunte da Davide Ganglio. Idv e Moderati hanno detto di non essere interessati alle primarie, ma accetteranno il candidato che risulterà vincente. I radicali hanno già candidato il ginecologo torinese SilvioViale, presidente dei Radicali italiani. Per gli aspiranti senza tessera di partito, è stata fissata una soglia di tremila firme da raccogliere fra i cittadini entro il 19 febbraio. Non potranno però rientrare attraverso questa finestra, sottolineano i vertici del Pd, coloro che sono usciti dalla porta del partito. Come Roberto Tricarico, assessore della giunta Chiamparino che aspira a competere presentando firme non di iscritti ma di cittadini. Un appello agli elettori perché garantiscano la massima partecipazione alle primarie a Torino, è stato lanciato dal sindaco Sergio Chiamparino. «I torinesi partecipino massicciamente. Qualunque sarà l’esito, quanto più alta sarà la partecipazione, tanto più significativo e forte sarà poi nei confronti di tutta la città colui che risulterà il vincitore. Lavoriamo quindi per questo obiettivo». Chiamparino ha anche dichiarato di augurarsi di poter passare il testimone a Piero Fassino.
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