Torre Regione, pace a metà tra Chiamparino e Fuksas

Il caso. L’archistar rinuncia ad altri 4 milioni di compensi, l’ente ritira la citazione. Ma restano punti da chiarire
Non durano a lungo i festeggiamenti per la chiusura in via amichevole del contenzioso tra Sergio Chiamparino e l’architetto Massimiliano Fuksas sulle parcelle per la progettazione del grattacielo della Regione. I due escono intorno all’una dall’aula del tribunale civile e si concedono sorridenti e pacificati agli scatti dei fotografi. Scambiano battute e accennano un abbraccio di riconciliazione. «Ognuno di noi - dice Chiamparino lasciando Palazzo di Giustizia - ha rinunciato, su invito del giudice, alle rispettive pretese. L’architetto Fuksas avrà la direzione artistica della parte restante dei lavori, ma a titolo gratuito, senza onorari e senza spese».
«È una piccola cosa che abbiamo fatto per Torino - dice l’archistar che ormai da mesi alterna entusiasmo a delusione sulla realizzazione della torre - Un regalo». Fuksas aggiunge che, alla fine, il costo del grattacielo per la collettività è meno della metà di altri edifici analoghi. Ed è la torre più alta d’Italia.
Si diffonde la notizia e in breve partono le polemiche, i sospetti che la scena sia a uso e consumo dei media ma l’accordo non sia così vantaggioso, in realtà, per i contribuenti. I radicali chiedono che Chiamparino renda pubblici i compensi pagati dalla Regione Piemonte allo studio Fuksas e associati. «La pace fatta - dice Giulio Manfredi - è una cosa positiva se avviene in un contesto di massima chiarezza e trasparenza. Solo quando i cittadini conosceranno i dati, e solo quando il grattacielo entrerà in funzione, potremo decidere a ragion veduta se è il caso di ringraziare Fuksas».
La conciliazione davanti al giudice della prima sezione civile Francesco Rizzo prevede che l’architetto rinunci alla richiesta di quattro milioni di compensi aggiuntivi per una serie di varianti in corso d’opera e, contestualmente, la Regione ritiri la citazione in giudizio per l’iperbolica cifra di 14 milioni di euro, quanto aveva giudicato soltanto a fine maggio come «di troppo» nella sua parcella. In cambio, Massimiliano Fuksas si impegna a seguire la direzione artistica fino alla fine a costo zero.
In realtà, però, nulla di buono è ancora successo sul fronte del giudizio contabile, in cui la Corte dei Conti chiede a dirigenti e assessori regionali la restituzione di 6,7 milioni di euro di danni erariali, per l’ingiustificata lievitazione dei costi nella realizzazione della nuova sede e per la spropositata parcella dell’architetto romano che, complessivamente, ha ottenuto 22 milioni.
© 2015 La Repubblica. Tutti i diritti riservati
SU