Tg "faziosi", scatta la multa

Dalla Rassegna stampa

Ancora un avviso di garanzia: Silvio Berlusconi, da ieri, è formalmente indagato per "concussione" e "minacce" anche dalla Procura di Roma. Gli atti ed i documenti alla base della inchiesta sono esattamente gli stessi con cui la Procura di Trani aveva avviato le prime indagini. L’accusa si basa, infatti, sulle telefonate che il premier fece a Giancarlo Innocenzi, funzionario dell’Agcom per convincerlo a chiudere alcune trasmissioni Rai che considerava sgradite. «Un atto dovuto» spiegano a Piazzale Clodio.
Ora la parola passerà al Tribunale dei Ministri, entro due settimane. Ma non è questa la sola brutta notizia che ha raggiunto il presidente del Consiglio a Bruxelles: sempre l’Agcom (l’autorithy che sorveglia le comunicazioni) ha infatti verificato che, nella settimana tra il 14 ed il 20 marzo, l’informazione politica è stata "squilibrata" proprio nelle due più importanti testate giornalistiche televisive: Tg1 e Tg5. Troppo sbilanciata a favore del Pdl rispetto al Pd; e, inoltre, ha completamente trascurato le formazioni minori e
quelle nuove. Ad entrambe le testate è stata comminata una multa da 100.000 euro. Ed ancora: la stessa agenzia ha anche deciso di avviare un’istruttoria per verificare le ragioni che hanno portato all’oscuramento dei talkshow di Santoro, Vespa e Floris in campagna elettorale. L’eventuale sanzione arriverà dopo le Regionali.
L’ultima stoccata a Berlusconi l’ha poi portata Pierluigi Bersani, segretario del Pd. Nel corso di una intervista a Tg 5 ha sfoderato gli ultimi dati sulla pressione fiscale: «Siamo al record. Siamo arrivati al punto che, ogni contribuente, lavora per lo Stato fino al 23 giugno di ogni anno, e solo dopo può pensare a se stesso. Un record assoluto. Berlusconi ci accusa di voler aumentare le tasse, ma la verità è che questo governo ha alzato la pressione fiscale come mai in precedenza».
L’inchiesta penale romana rappresenta la spina meno inattesa dal Cavaliere. La decisione di iscrivere il premier nel registro degli indagati è stata presa, a fine mattinata, dal procuratore Capo Giovanni Ferrara, al termine di un vertice con tutti i magistrati che si occupano dei reati contro la Pubblica Amministrazione.
Il passaggio era scontato: la Procura di Trani si era comportata in questo modo ed una decisione diversa sarebbe suonata come una sconfessione nei confronti di chi ha lavorato per mesi alla indagine. Entro quindici giorni tutti gli atti saranno trasferiti, per competenza, al Tribunale dei Ministri che deciderà se archiviare, o autorizzare i magistrati ordinari a proseguire il procedimento. Più insidiosa, semmai, l’attività dell’Agcom. L’autority (con la sola assenza di Innocenzi, che ha preferito non rispondere alla convocazione) ha preso in esame tutti i servizi giornalisti delle testate televisive, ed ha riscontrato un evidente sbilanciamento a favore del Pdl soprattutto nelle informazioni fornite dai due colossi Tg 1 e Tg 5. La multa è relativa al periodo preso in esame (la settimana che è finita il 20 marzo) e non si esclude che possa essere aumentata in caso di successive verifiche. «La cosa assolutamente ridicola - è stato il commento di Emma Bonino, candidata del centrosinistra alla Presidenza della Regione Lazio - è che questa multa la pagheranno proprio i cittadini utenti, con il canone». La Rai, in ogni caso, ha intenzione di presentare ricorso. L’Agcom ha anche deciso, inoltre, di avviare una istruttoria sui motivi (ma soprattutto sugli eventuali danni economici) che hanno portato alla chiusura di Annozero, Porta a Porta e Ballarò in questo periodo di campagna elettorale.
La decisione fu assunta, con un voto a maggioranza (i soli rappresentanti del centrodestra) dal Consiglio di Amministrazione di Viale Mazzini.
Alla contestazione politica fatta dal segretario del Pd, Bersani, Berlusconi ieri ha deciso di non replicare: probabilmente lo farà oggi, all’Eur, nell’ultimo appuntamento di questa campagna elettorale.

© 2010 Il Secolo XIX. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK