Tessera del tifoso si cambia ma non troppo

La tessera del tifoso cambia, ma non troppo. Almeno nella sostanza. A mandare in soffitta la contestata norma tanto cara all'ex ministro dell'Interno e duramente avversata dalla gran parte delle curve italiane, è la Federcalcio che per bocca del direttore generale Antonello Valentini ha annunciato che dalla prossima stagione si tratterà di una fidelity card «meno di controllo e più legata alla responsabilità dei tifosi e dei club, con procedure snellite e molti servizi per chi se ne dota». Un cambio di rotta per certi versi atteso, specie dopo lo stop del consiglio di Stato che in dicembre aveva "bocciato" il suo abbinamento alle carte di credito elettroniche, che però non sembra andare nella direzione auspicata dai tifosi e dai consumatori. Anche perché, come precisa il capo della polizia Antonio Manganelli, «la tessera del tifoso manterrà inalterate le sue caratteristiche fondamentali a cominciare dalla necessità del suo possesso per le trasferte e gli abbonamenti, sia per questo che per il prossimo campionato di calcio».
Nome a parte, quindi, la sostanza della tessera resta inalterata o quasi se si esclude per la maggiore attenzione alla "fidelizzazione" del tifoso, peraltro più volte auspicata fin dal suo varo nel gennaio del 2010. Eppure basta l'annuncio per sollevare un nuovo polverone politico. Scatenato dalla reazione dell'ex ministro Maroni che, dal suo profilo Facebook, non si è lasciato sfuggire la possibilità di attaccare a testa bassa il governo Monti e il ministro Cancellieri che l'ha sostituito al Viminale. «Hanno vinto le tifoserie ultras e violente - ha scritto Maroni prima della precisazione di Manganelli Hanno vinto quelle società di calcio come la Roma (di cui è tifosissima la ministra Cancellieri) che mai avevano accettato le regole. Qualcuno ha deciso di abolire la tessera del tifoso che pure (confermano dal Viminale) "ha dato grandi risultati" nella lotta contro la violenza negli stadi. "Ci saranno meno controlli" annuncia la Federazione calcistica italiana. Brutta notizia per i tifosi che vanno allo stadio solo per divertirsi e non per menare le mani».
In realtà, come da precisazione del capo della polizia Manganelli, la nuova fidelity card manderà sì in pensione la tessera del tifoso (ne sono state rilasciate poco più di un milione, 800mila delle quali per la sola serie A) ma a ben vedere sarà poco più di una sua naturale evoluzione. «Si supera così l'effetto ingiustamente negativo del messaggio passato all'avvio dell'iniziativa - ha spiegato Valentini - ovvero di un meccanismo di operazione di polizia. L'evoluzione ci porta verso un modello simile alla card "vivo azzurro" per i tifosi della Nazionale. Occorre responsabilizzare e fidelizzare i tifosi, magari incentivando il senso di appartenenza».
«La tessera del tifoso ha dato risultati straordinari - ha commentato il vicecapo dell'Osservatorio sulle manifestazioni sportive, Roberto Massucci - e continuerà ad essere necessaria per andare in trasferta. Ora però spetterà ai club valorizzare la funzione di fidelity card con sconti, agevolazioni e tutto ciò che riterranno necessario per aumentare il senso di appartenenza». Una rivoluzione di facciata e poco più, attaccano le associazioni dei tifosi e i Radicali. «Cambiare il nome non servirà a mutare la sostanza della tessera del tifoso, visto che per assistere a una partita in trasferta rimarrà obbligatorio averla - commentano Mario Staderini, Segretario dei Radicali Italiani, e Marco Perduca, senatore Radicale - Come per la tessera, utilizzata dal ministero dell'Interno allo scopo di vietare di fatto e indiscriminatamente le trasferte, per il rilascio della card sarà necessaria la previa autorizzazione delle questure. Inizia ad essere chiaro quello che dicevamo da tempo: è stata utilizzata impropriamente come strumento per controlli di polizia e per maldestri affari delle banche».
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