Il Terzo Polo si sdoppia In Molise Fli con il Pd l'Udc con Berlusconi

Dalla Rassegna stampa

La decisione ufficiale ancora non c'è, e forse anche questa scelta finirà impastoiata nelle incertezze di un partito che non ha l'unità tra le sue maggiori virtù. Eppure l'indicazione è chiara, e non" contribuisce certo alla salute del Terzo polo, o al buon umore dei centristi. Ieri, infatti, presente per la prima volta all'ufficio di presidenza di Futuro e Libertà nelle vesti di leader del partito, Gianfranco Fini ha dato chiara la sua indicazione: «In Molise alle regionali di ottobre non possiamo appoggiare Michele Iorio, che rappresenta il vecchio e tutto ciò che del Pdl abbiamo contestato». Fli, invece, «può sostenere» il candidato del Pd, Paolo Frattura «che in questo quadro rappresenterebbe il rinnovamento», ma «solo a condizione che su questo vi sia l'unità di tutto il partito anche a livello locale». La «condizione», come si vedrà, è tutt'altro che di facile realizzazione. Ma il punto politico è già chiaro. Per la prima volta, infatti, con il via libera di ieri il leader di Fli (e di conseguenza il partito) parla apertamente di schierarsi con il centrosinistra - proprio ciò che, pagando un prezzo salatissimo per lo meno in termini di immagine, non fece nelle amministrative di primavera nascondendosi dietro la «libertà di voto» al secondo turno. Non solo, ma l'appoggio al candidato del Pd - al quale Fli arriva dopo settimane di incertezza, e una campagna a tambur battente di Fabio Granata rappresenta la scelta opposta a quella fatta dall'Udc. Il partito di Casini, infatti, da sempre e senza alcun sussulto, appoggia convintamente Iorio, con il quale in Regione governa da un decennio; lo stesso presidente di Regione - secondo alcuni rumores di Palazzo- sarebbe del resto addirittura in procinto di passare coi centristi.

Spaccatura nel Terzo polo s'intravvede dunque. E non pare nemmeno un fuor d'opera. Nel giro di una manciata di giorni, infatti, e nonostante anche ieri Casini, Fini e Rutelli si siano incontrati a Montecitorio, Fli ha dato tre scappellotti ai centristi. Il primo, domenica a Mirabello, quando Fini ha schierato il partito a favore del referendum per l'abolizione del Porcellum, una iniziativa che Casini vede come fumo negli occhi. Il secondo, mercoledì alla Camera, con l'ordine del giorno di Enzo Raisi (pur derubricato ieri da Briguglio a «posizione personale») che impegna il governo a lavorare per l'introduzione dell'Ici sugli gli immobili ecclesiali destinati ad attività commerciali, nonché ad attivarsi «presso la Santa Sede per la piena adesione dello Ior alla normativa Ue»: un ordine del giorno che, nella confusione generale, Raisi è riuscito a far arrivare al voto (cosa che da anni non riusciva ai Radicali) e persino a far approvare dall'Aula, mentre i deputati centristi passavano precipitosamente dal pulsante del sì a quello del no grazie all'urlo (anonimo) dell'ultimo minuto: «E contro la Chiesa». Terzo ed ultimo scappellotto, l'apertura al piddino Frattura fatta ieri dallo stesso Fini sul Molise.

Certo, c'è ancora da vedere se la delegazione di parlamentari finiani, appositamente inviata sul territorio, riuscirà a persuadere gli esponenti locali: quasi convinto il consigliere regionale di Campobasso Quintino Pallante (che appoggiava Iorio) si è messo di traverso quello di Isernia Tony Incollingo, il quale proprio per sostenere Frattura ha presentato una propria lista civica e ora non vuol rinunciarci. Se l'unità non dovesse trovarsi, ha spiegato ieri Fini, il Molise sarà derubricato a «questione locale». Diversamente, però, si tratterebbe di un vero e proprio laboratorio per Fli: e dell'ennesimo segno che il rientro di Fini nella politica attiva, più che rafforzare l'opzione terzopolista vista sin qui (con i futuristi, volenti o nolenti, a traino di Casini), ridà corpo a una fisionomia politica autonoma e "movimentista" di Futuro e libertà che piace assai di più ai militanti, ma che con il centrismo uddiccino è destinata ad entrare in rotta di collisione.

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