Teramo, audio shock del pestaggio in carcere "il detenuto si massacra..."

Dalla Rassegna stampa

«In sezione un detenuto non si massacra in sezione, si massacra sotto... Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto». Parole dal carcere di Castrogno, il carcere di Teramo. Parole "rubate" (ed incise su un file audio) dall´interno dell´ufficio di comando della polizia penitenziaria. Già, perché la voce in questione è quella del comandante degli agenti, Giuseppe Luzi. È lui che in questo audio - inviato ad alcuni giornali locali e poi sequestrato dalla magistratura - discute con un suo sottoposto.
I due parlano di un pestaggio avvenuto ai danni di un detenuto, e ne discutono quasi come fosse la prassi nella gestione del penitenziario. Il comandante dice: «Non lo sai che ha menato al detenuto in sezione?». Risposta dell´altro agente: «Io non c´ero, non so nulla...». Ma il comandante incalza: «Ma se lo sanno tutti?... In sezione un detenuto non si massacra, si massacra sotto... Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto». Discutono - probabilmente - del comportamento di un altro agente di polizia penitenziaria, autore del pestaggio davanti ad un testimone.
La procura di Teramo ha aperto un´inchiesta, e non occorrerà nemmeno la perizia fonetica (per altro già disposta dal sostituto procuratore David Mancini). Infatti, ieri, lo stesso Luzi - davanti al divampare delle polemiche in seguito alla pubblicazione dell´audio su Repubblica.it - ha ammesso che quella in questione è la sua voce, respingendo, però, le accuse: «È solo un equivoco. Non mi riferivo a un pestaggio. Ero mosso dalla rabbia e forse ho usato termini forti. In realtà c´era stato solo un richiamo degli agenti ai detenuti dopo un´aggressione da parte di questi ultimi alle guardie». La procura avrebbe già individuato anche il detenuto colpito, che, però per il momento pare non voglia sporgere querela. Sempre ieri, la parlamentare radicale Rita Bernardini, della commissione Giustizia, ha fatto visita al carcere di Teramo, ed ora chiama in causa il ministro Angelino Alfano. «Bisogna prendere provvedimenti - dice la Bernardini - la situazione nelle carceri è grave e Teramo non fa eccezione».
Quello di Teramo potrebbe contenere al massimo 250 detenuti, ne ospita invece circa 400. Le guardie sono 180. C´è un solo agente per sezione che deve sorvegliare, nei turni notturni, anche più di 100 detenuti. Nelle celle, negli ultimi due mesi, si sono verificati un suicidio, due tentati suicidi e quattro aggressioni nei confronti degli agenti.
Ed è in questo clima di veleni che si inserisce la vicenda dell´audio inviato da un anonimo che accusa gli agenti di essere a loro volta dei picchiatori. Dura presa di posizione anche da parte del Sappe (sindacato autonomi di polizia penitenziaria). Dice il segretario nazionale Donato Capece. «Chiediamo noi per primi, ai magistrati di identificare le persone e di accertare se sono stati o meno posti in essere comportamenti contrari alla legge». «Stupisce la latitanza del governo», accusa Donatella Ferranti, capogruppo Pd nella commissione giustizia della Camera.

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