Tempo di elezioni, tempo di grida alla censura

Dalla Rassegna stampa

Elezione che arriva; protesta che giunge immancabilmente dai Radicali che, come oramai dai tempi di Carlo Cotica a questa parte, lamentano la loro esclusione dai programmi della Rai. É oramai da 72 ore che lagna di Pannella e dei suoi adepti viene ampliata. Tutte le lamentose vedove cominciano a strapparsi i capelli e gli abiti. Denunciano abusi della partitocrazia. Insomma il tradizionale armamentario della protesta. Campione di questa tradizionale "menata", Mario Staderini che invoca il ripristino della legalità. Il "responsabile" del partito ha già dettato la linea: »La campagna elettorale per le Regionali 2010 è di già fuorilegge - ha detto -. All`urgenza di un dibattito politico ampio e serrato che permetta agli italiani di comprendere e di confrontarsi su concrete e reali proposte politiche e di riforma, si contrappone la soppressione della comunicazione politica e l`arbitrio dell`informazione Rai. Da 20 mesi le Tribune politiche sono interrotte, un fatto senza precedenti a livello internazionale; l`informazione divenuta mero strumento di propaganda». Anche il rappresentante in commissione di Vigilanza, Roberto Beltrandi, ha sputato fiamme e fuoco. Si stanno organizzando presidi. Manifestazioni davanti alla sede della commissione di vigilanza della Rai. È tutto un sommovimento. Un denunciare. Un urlare al golpe radio-televisivo. Un invocare chiarezza. Spazio. Visibilità. Presenze un po` di qui un po` di là. Si indica come responsabile di tutta questa censura ai danni dei radicali questo stato "mafioso". Insomma il solito tran –tran tradizionale da pura propaganda. Ma intanto le cose non stanno così come si vogliono far credere. Emma Bonino, candidata in pectore, per la Regione Lazio; saltella da una trasmissione all`altra. Appare in qualsiasi contesto sia sulle reti pubbliche che su quelle private. Nella bagarre del centrosinistra la vice presidente del Senato non ha fatto altro che parlare, parlare, parlare; proprio dai microfoni della Rai. Minuti e minuti di interviste di appelli, di considerazioni. Non solo. E qui viene il bello. Mentre nelle piazze, nelle strade, sulle agenzie di stampa i signori Radicali gridano allo scandalo, dall`altra, nelle segrete stanze di palazzo, sono pronti a mettersi in saccoccia, un discreto pacco di euro (si parla di milioni) per alimentare Radio Radicale. Soldini che sono appunto di quello stato mafioso che li esclude dalla tv. Il provvedimento è oramai sul filo di lana e l`approvazione è quasi certa. Denaro che i radicali reclamano per mandare in onda le sedute della Camera dei deputati e del Senato e di altri appuntamenti politici. Servizio che il contribuente paga doppio visto che già Gr parlamento proprio della Rai Tv manda regolarmente in onda utilizzando i soldi del canone. Ovvio che il tutto serve anche alla dirigenza radicale per farsi campagna elettorale nel momento in cui non sono in onda Camera e Senato. Allora perché protestare. Serve coerenza anche per Pannella e compagnia cantante.

© 2010 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK