Telecamere vietate nel processo a Bassolino

«Uocchie ca nun vede, core ca nun chiagne». L’amico mi recita la versione partenopea del famoso proverbio. Dice: ma il processo è un atto pubblico per definizione, com’è che questo pare nascosto? Questione di sicurezza, rispondono, e per la verità non se ne capisce il senso. Resta il fatto che, per l’appunto, il processo all’ex sindaco di Napoli nonché ex governatore campano ed ex paladino progressista di un mai pervenuto rinascimento napoletano Antonio Bassolino - processo importante e più che mai attuale sulla scandalosa gestione dei rifiuti in Campania, e con Bassolino sono imputati anche ex vicecommissari ed ex subcommissari e personaggi del calibro di Piergiorgio e Paolo Romiti e società tra le quali Impregilo, e i reati contestati vanno dalla frode al falso e abuso in atti d’ufficio fino alla truffa aggravata ai danni dello Stato - di questo processo, dicevamo, non si parla né si legge né si vede alcunché. D’altronde, è dal principio - la prima udienza risale al maggio 2008 - che in pratica si svolge a porte chiuse. La Procura Generale di Napoli ha infatti disposto, con decisione straordinaria motivata da non facilmente comprensibili "ragioni di sicurezza", il divieto per tecnici e giornalisti d’introdurre nell’aula bunker di Poggioreale macchine fotografiche, registratori, telecamere. Niente servizi ai telegiornali, dunque, né approfondimenti da talk-show. Pressoché nulle le corrispondenze sui giornali nazionali. Soltanto Radio Radicale cerca di darne conto, sia pur subendo anch’essa il divieto di trasmettere le udienze - divieto incomprensibile: in questo caso, che cosa c’entra la "sicurezza"?
Così, il procedimento relativo a uno dei più umilianti scandali dell’Italia recente quello, per l’appunto, di una città come Napoli soffocata dall’immondizia, problema non ancora risolto - risulta di fatto silenziato. Alla faccia della trasparenza sempre tanto invocata, ma solo quando si tratta di assistere all’eventuale giubilazione del nemico politico. In questo caso, non s’ode levarsi una voce ch’è una di quelle degli strenui difensori della; legalità e della libera informazione: nulla, silenzio assoluto. Peraltro, nonostante gli acclarati fallimenti bassoliniani e forse anche visto il velo calato sui procedimenti che riguardano l’ex governatore, può poi succedere che uomini a lui legati siano ancora in grado di raccogliere consenso. Come dimostra la vittoria di Andrea Cozzolino alle primarie democratiche per il candidato sindaco a Napoli. Ma tant’è.
E allora, per la cronaca e per sommissimi capi: dopo le consuete eccezioni procedurali, in aula sono già sfilati testimoni che hanno riferito di irregolarità negli impianti per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, in particolare la raffinazione. Con le difese a replicare, più che altro reindirizzando le accuse ai Comuni per la mancata raccolta differenziata. In ogni caso, l’ultima udienza s’è tenuta lo scorso ottobre. Gli stessi magistrati si sono mostrati più che dubbiosi sulla possibilità di concludere il procedimento entro i termini di prescrizione, che scadono nel 2012.
Tornando alla sordina informativa, da tempo si parla di rispostare il processo a Palazzo di Giustizia, ragion per cui il divieto di cronaca decadrebbe. Chissà, magari per il 2012 ce la fanno.
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