La tassa occulta sui carburanti

Qualche giorno fa un dipendente della Ue che lavora in Lussemburgo è tornato in Italia in auto per il Natale. Nel suo giro ha attraversato, oltre al piccolo Paese di partenza, la Francia, la Germania e la Svizzera. È arrivato in Italia di notte e ha fatto rifornimento di carburante in una stazione di servizio sull'autostrada, nei pressi di Bologna. Raccontando l'episodio mimava molto intensamente l'atto di stropicciarsi gli occhi fatto quando ha letto il prezzo della benzina. Credeva di dormire, di confondere i numeri, credeva in un errore di segnalazione dell'erogatore.
Caro automobilista, nessun errore. Il prezzo della benzina e del gasolio in Italia è il più alto d'Europa. Nettamente più alto che nei tre Paesi che hai attraversato. E non vale neanche l'alibi della fiscalità: anche al netto dell'Iva, il prezzo di benzina e gasolio in Italia è più alto del 10-15% che in Germania e Francia. Il più alto in Europa. I motivi? La rete vetusta, la mancata liberalizzazione dei punti vendita, invocata da decenni e mai attuata. Il risultato è una stangata per le tasche dei cittadini e delle imprese, una perdita di potere d'acquisto e di competitività che pesa sull'intero sistema Paese. Un altro tassello per l'agenda Monti.
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