Il Tar dice no al Pdl ma riammette Sgarbi. Il voto potrebbe slittare

Respinta. Per la settima volta complessiva. Il Tar del Lazio, che si era già pronunciato l'8 marzo, tiene ancora fuori la lista dei Pdl in provincia di Roma. Ma, adesso, nelle elezioni regionali del Lazio c'è una nuova eventualità: lo slittamento di 15 giorni. Le due vicende, però, non sono collegate tra di loro. Il rinvio, infatti, lo chiederà questa mattina alla Prefettura la lista «Rete Liberal», guidata come capolista da Vittorio Sgarbi, riammessa ieri dal Tar. La decisione, poi, spetterà al Consiglio dei ministri: «Abbiamo parlato con Renata Polverini - spiega il portavoce Roberto Amiconi - ed era interessata all'ipotesi. Anche Berlusconi sarebbe d'accordo, visto che i sondaggi in questo momento danno in vantaggio la Bonino».
Anche in caso di posticipo del voto, comunque, la strada per la riammissione della lista pidiellina è decisamente in salita. La nuova sentenza del Tar, infatti, è apparsa molto netta. E, al di là dell'ennesimo ricorso già annunciato dai legali del centrodestra al Consiglio di Stato (udienza martedì), sembra restringere di molto le speranze degli uomini di Berlusconi. I giudici (due sono cambiati, dopo le richieste del Pdl, mentre il presidente Edoardo Pugliese è rimasto) hanno infatti ribadito che «il decreto legge non è applicabile al Lazio, perché la legge elettorale è competenza della Regione». Ma, ricostruendo quello che è successo il 27 febbraio, il Tar ha anche bocciato tutte le prove difensive prodotte dal Pdl (filmati di YouTube e testimonianze giurate) e accolto le istanze del Pd e di un movimento di cittadini: «E' dimostrato - spiegano i giudici - che solo uno dei due delegati fosse entrato quel giorno in Tribunale prima di mezzogiorno. E la documentazione presentata era incompleta». Oggi tocca alla Consulta, chiamata a pronunciarsi sulla costituzionalità del decreto.
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