I tanti privilegi d'oltretevere Gli immobili "santi" sono intoccabili e sopratutto "intassabili"

Dalla Rassegna stampa

Mai provocare un radicale libero. Specie sfidandolo come ha fatto il direttore dell'"Avvenire" Marco Tarquinio a proposito di Ici ed esenzioni per gli immobili posseduti dal Vaticano tramite vari enti religiosi. Magari adducendo improbabili complotti radical massonici, andandosi pure a riperticare persino le posizioni del Grande oriente d'Italia e del suo Gran Maestro Gustavo Raffi.

Si rischia infatti, oltre che di cadere nel ridicolo, che la sfida venga raccolta come ha fatto ieri proprio il segretario di Radicali italiani Mario Staderini. Che in un'esilarante conferenza stampa ha mostrato i filmati in cui, sotto le mentite spoglie di un turista per caso, si presentava a una delle tante case del clero di Milano di cui il consigliere comunale Marco Cappato aveva avuto l'accesso all'elenco tra quelle che non pagano l'Ici al comune gestito pro tempore dal sindaco Giuliano Pisapia. Nei video si vedeva Staderini che prenotava una stanza e che chiedeva informazioni sul prezzo di case che dovrebbero essere adibite solo a ostello per i preti e in cui invece sono presenti turisti e turiste da tutto il mondo e con il tutto esaurito sempre in bella vista.

Un lavoro di inchiesta giornalistico che, a parte Stefano Livadiotti de ''L'espresso", nessuno ha per ora sentito di dovere fare. Un cenno a parte merita anche la maniera (cioè i legati testamentari) con cui i vari ordini e confraternite del Vaticano si sono costituiti nel tempo questo patrimonio immobiliare che è stato stimato essere almeno un quinto di tutto quello italiano.

Ordini e confraternite che per la cronaca a Roma dal 2000 a oggi hanno già sfrattato senza pietà non meno di un centinaio di vedove e vecchiette varie da immobili di pregio del centro storico che peraltro erano stati lasciati agli enti religiosi, tra cui quello dei Francescani o quello dei Dodici apostoli, come legati da antiche e illuse nobildonne romane che speravano così di comprarsi la strada più breve per il paradiso.

Legati testamentari puntualmente traditi dopo pochi anni visto che nessuno di questi immobili è mai stato adibito per aiutare i poveri. Infatti, a cavallo con l'ultimo Giubileo, quando divenne amministratore della Propaganda Fide e gentiluomo del Papa il noto Angelo Balducci, la parola d'ordine fu quella di sfrattare.

E gli avvocati della Propaganda Fide o dell'Apsa lo hanno fatto con il mandato ad agire, "in nome e per conto", con tanto di sigillo papale. Prima di Giovanni Paolo II e poi di Benedetto XVI.

Solo a Milano i Radicali italiani hanno scovato una quarantina di immobili esenti da Ici con nomi che vanno da quello di "Suore orsoline della Sacra Famiglia" a quello di "Pensionato Maria Immacolata", passando per "Centro salesiano Paolo VI", "Casa del clero Mater Ecclesiae", "Casa del clero San Tommaso". Anche questo è un complotto massonico? Difficile dirlo. Di fatto in tempi di crisi, come ha certificato lo stesso sindaco Alemanno a Roma (quindi non precisamente un mangia preti), questo giochetto delle esenzioni è costato sinora oltre 26 milioni di curo l'anno di elusione fiscale. Solo nella Capitale.

A Milano poi ci sono altri 25 enti di cui non risultano dichiarazioni Ici, tra cui la casa del giovane Don Orione, l'ostello della gioventù Piero Rotta, il pensionato delle Orsoline missionarie del Sacro Cuore e via così. Nel 1992 nasceva l'Ici con il decreto 504 e veniva stabilita l'esenzione per le sole attività di culto degli enti ecclesiastici.

Nel 2004 la sentenza 4645 della Corte di Cassazione confermava l'interpretazione della legge nel senso che l'esenzione Ici valeva solo per gli immobili dove si svolgono esclusivamente le attività di religione o di culto. Cioè "dirette all'esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all'educazione cristiana. Nel 2005 per disinnescare la sentenza ed evitare anche il pagamento degli arretrati per i cinque anni precedenti, il secondo governo Berlusconi inserì nel decreto infrastrutture 163/2005 una ;'interpretazione autentica" della legge sulle esenzioni Ici che cancellava gli effetti della Cassazione.

Nel 2006 arrivò il capolavoro di ipocrisia catto comunista: il decreto 223/2006, cosiddetto Visco-Bersani, modificava la norma del Governo Berlusconi nel senso che l'esenzione si intendeva applicabile alle "attività che non avessero esclusivamente natura commerciale". In pratica bastava che in un albergo ci fosse una cappella per pregare e saltava l'Ici. Nel 2010 a seguito delle denunce di Maurizio Turco e Carlo Pontesilli, il Commissario europeo alla concorrenza Joaquin Almunia riaprì il fascicolo di infrazione contro il nostro paese. Perché "non si può escludere che le misure costituiscano un aiuto di Stato". L'ultimo capitolo, per ora, è quello scritto dall'attuale governo Berlusconi nell'anno in corso: introducendo il federalismo fiscale si mantengono nella tassa che sostituisce l'Ici, cioè l'Imu, le medesime agevolazioni per le attività commerciali degli enti ecclesiastici.

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