Talk show senza politica. Zavoli: deciso altrove

Non cambia nulla: i talk show in Rai saranno sospesi nel mese elettorale. Ballarò, AnnoZero, In Mezz`ora, Ultima Parola e le altre delle 21 trasmissioni d'informazione dal 28 febbraio si devono trasformare in asettiche tribune elettorali, con grosse perdite per la tv pubblica e palinsesti impazziti.
Come si era capito negli ultimi giorni, la maggioranza (Pdl e Lega), in commissione di Vigilanza aveva solo fatto «una finta» sulla possibilità di cambiare il regolamento sulla par condicio. E ieri sera è stata rifiutata la mediazione proposta dal presidente Sergio Zavoli, concorde l`opposizione, per cambiare solo l'articolo 6 (comma 4) che disciplina le trasmissioni d'informazione, esclusi i
tg, con «le regole della comunicazione politica» che azzerano l'autonomia giornalistica.
MEDIAZIONE FALLITA
Non sono servite a nulla le critiche espresse dal Cda Rai all'unanimità, né quelle mosse da Corrado Calabrò, Garante per le Telecomunicazioni che ora è nel dilemma se applicare le stesse norme alle tv private (subendo l'ira di Mediaset) e rischiare ricorsi per incostituzionalità con la legge sulla par condicio, o rompere la prassi consueta.
E a nulla è valsa l'opera di tessitura da parte di Zavoli, né l`incontro con il Capo dello Stato che ieri ha ricevuto l`ufficio di presidenza della commissione. Zavoli a caldo ha denunciato che «è fallito fuori della Vigilanza» il tentativo di mediazione e che ieri sera «c`è stato uno scarto di toni, diventati perentoriamente negativi». Lo si era capito nella giornata in Parlamento, con il radicale Bel-trandi, relatore del testo incaponito a non cambiare una virgola, come i commissari di Pdl e Lega che hanno fatto pesare la loro visita al Quirinale. Zavoli «prende atto» ma non si
sente responsabile del fallimento (inizialmente sembrava pensasse alle dimissioni, però). E' amareggiato e respinge al mittente l'idea che «andassi a piangere da Napolitano per mantenere la mediazione». Il Capo dello Stato, ai «vigilanti» aveva ribadito il contenuto del messaggio alle
Camere sulla difesa del pluralismo inviato dal suo predecessore Ciampi (l'adesione a quel pensiero rendeva inutile un nuovo messaggio al Parlamento, chiarisce il Colle).
Il presidente Rai Paolo Garimberti era già furioso dalla mattina; nel terzo convegno sul pluralismo organizzato dalla Vigilanza (e disertato dal centrodestra), ha lanciato un allarme sui «lacci che soffocano la Rai: l'invasione della politica, le risorse poco certe, le procedure: «Non si uccidono così anche i cavalli?». Sul regolamento: «Abbiamo già detto cosa faremo, La Rai l'applicherà alla lettera.».
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