Tagli agli sconti retroattivi, ci pensi il Parlamento

Dalla Rassegna stampa

Retroattiva era. Retroattiva resta. La contestata norma che taglia, già con effetto sul 2012, gli sconti fiscali legati a oneri e spese detraibili, per ora, non sarà modificata. Il Governo ha preferito tirare dritto e non rinunciare al gettito di 1,1 miliardi che la misura è destinata a garantire. Conosciamo le difficoltà di individuare tagli equivalenti di spesa pubblica, ma resta il fatto che si è persa un'altra occasione per dare certezze ai cittadini.

E per lanciare realmente quel segnale di fiducia che l'intervento sull'Irpef, con il taglio delle aliquote dei primi due scaglioni, si propone di dare. Invece, alla fine, rimane solo l'ambiguità di una riduzione delle tasse accompagnata e in parte finanziata con il taglio degli sconti fiscali. Una mossa che disorienta, soprattutto (ma non solo) perché interviene su scelte che i contribuenti hanno già effettuato nei mesi passati, sulla base di un sistema di regole che viene cambiato a partita quasi finita.

Ora toccherà al Parlamento cercare un rimedio. E non c'è motivo di dubitare che il dietrofront potrà arrivare, insieme ad altre correzioni. Resta però il rammarico per il passo falso. Il rigore dei conti è irrinunciabile, ma non la deroga sistematica ai diritti dei cittadini-contribuenti.  

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