È svanito il sogno di Rutelli

Dalla Rassegna stampa

Le elezioni israeliane hanno segnato l'ennesima sconfitta per Francesco Rutelli. Perché una lettura così paradossalmente distante dal voto espresso fra Tel Aviv e Gerusalemme? La ragione è semplice: il partito Kadima otterrà 2 dei 120 seggi della Knesset, la Camera israeliana, se gli andrà bene; se invece il voto per corrispondenza sarà ancor più sfavorevole del voto nei seggi, Kadima sparirà dal Parlamento. Pochi se ne ricordano, ma Rutelli per mesi, nel 2009, aveva lanciato il Kadima come modello per il rinnovamento della politica nazionale: la confluenza di uomini provenienti da destra e da sinistra avrebbe permesso di costruire un grande e nuovo partito. In effetti Kadima, in Israele, riuscì a divenire partito di maggioranza relativa. Un fuoco di paglia, visto a quali livelli sia oggi ridotto. Nello Stato ebraico, quindi, il sogno di Rutelli è svaporato.

In Italia, l'obiettivo, da Rutelli più volte osannato, di realizzare un partito capace di superare un quinto dell'elettorato e di raggiungere, in prospettiva, perfino la maggioranza relativa, è rimasto del pari irrealizzato. L'Api è risultato un partitino, dalla fondazione a oggi: sovente incapace perfino di presentazione autonoma, spiazzato dal fallimento del Terzo polo (su cui Rutelli e i suoi avevano puntato tutto) alle ultime amministrative, ha sempre vivacchiato, fino alla recente confluenza-trasmutazione nel Centro democratico, nel quale, però, Rutelli non figura, mentre animatore ne è Bruno Tabacci, che è riuscito a fondersi con i fuoriusciti dall'Idv capeggiati da Massimo Donadi. Non che la nuova formazione nutra grandi speranze: non c'è un sondaggio che le assegni un seguito elettorale che non cominci con lo zero virgola qualcosa, ma eleggerà lo stesso qualche deputato grazie al fatto di essere l'unica lista nella coalizione di centro-sinistra a collocarsi sotto il 2% (sotto, non sopra, si badi) e quindi di partecipare alla ripartizione dei seggi, quand'anche ottenesse mille voti nell'intero territorio nazionale.

Rutelli ha già annunciato la rinuncia a una candidatura, che non si sa nemmeno chi avrebbe potuto offrirgli. Ha rinviato una nuova presenza dell'Api alle europee del 2014: non si capisce, però, come il suo movimentino potrebbe figurare sulle schede, posto che la soglia di sbarramento per entrare in Europa è fissata al 4%, livello oggi dieci volte tanto quello attribuibile all'Api. Non sarà, dunque, deputato. Del resto, è un destino che già sperimenta il suo grande amico e sodale François Bayrou. Bayrou era l'altro modello, con Kadima, sempre sventolato da Rutelli. Il suo Movimento democratico, però, non si è mai imposto in Francia, al punto che il suo stesso fondatore alle ultime politiche è rimasto privo di mandato parlamentare. Esattamente come Rutelli, le cui ambizioni si sono tutte miseramente afflosciate: in Israele, in Francia e, quel che naturalmente è più grave, in Italia.

 

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