Sull'Ici della chiesa la base cattolica è più avanti dei vescovi

Dalla Rassegna stampa

L'uscita dei vescovi contro l'evasione fiscale ha avuto diversi meriti. Intanto il merito pastorale di richiamare alla mente di tanti le parole del Vangelo secondo Matteo, laddove Gesù ammonisce gli apostoli a non giudicare la pagliuzza nell'occhio altrui prima d'aver rimosso la trave nel proprio. L'altro merito è d'aver riaperto la discussione sui privilegi della chiesa cattolica. Perfino il Corriere della Sera, assai cauto sul tema, ha ospitato un commento sul tema del professor Alberto Melloni. Nonostante il titolo prudente (L'Ici no, ma la chiesa qualcosa deve fare), le reazioni della stampa cattolica sono state feroci. Se li tocchi sull'economia e non sulla teologia, partono le scomuniche. Quando Repubblica uscì con un'inchiesta sul tema, poi diventata libro, i vescovi e Avvenire del celebre Boffo continuarono ad attaccare il giornale e me per mesi, fino a pubblicare un contro-libro distribuito gratis, senza neppure considerare che i lettori cattolici probabilmente non avevano neppure notizia dell'originale. Questo per dire della chilometrica coda di paglia.

Stavolta è sceso in campo Angelino Alfano, in nome e per conto di Berlusconi, notoriamente uomo di fede (e Lele Mora), per rassicurare la Chiesa che nessuno dei privilegi fiscali di cui gode il patrimonio ecclesiastico verranno mai sfiorati dall'attuale governo. Il quale, per inciso, ha dato già prova di spirito cristiano tagliando tutto il possibile nella scuola, ma aumentando il numero degli insegnanti di religione.

Ma nella coscienza della base cattolica, se non in quella dei vescovi, s'avanza comunque la sensazione che di fronte alla crisi la Chiesa «qualcosa deve fare», come scrive Melloni. Magari cominciando a pagare proprio l'Ici sulle attività commerciali, che sono decine di migliaia fra ristoranti, bar, alberghi, negozi. I segni di un'insofferenza dei cittadini nei confronti dei privilegi ecclesiastici sono molti e la battaglia non è più limitata, com'è stato per decenni, alle sparute truppe dei radicali.

La verità è che bisognerebbe rivedere il concordato fra Stato e Chiesa, com'era del resto stabilito dall'ultimo patto. Riscrivere le regole dell'otto per mille, abolire le vergognose regalie fiscali, adeguare l'insegnamento della religione nelle scuole ai parametri europei, dove le religioni sono quattro o cinque in media e non soltanto una e gli insegnanti non sono nominati dalle curie. Ma per fare questo ci vorrebbe una politica nuova. Anzi una politica e basta. Che non esiste. C'è Berlusconi aggrappato agli ultimi brandelli di potere, disposto a inchinarsi per questo a qualsiasi potere forte, dalla Chiesa alla Bce. E dall'altra parte un'opposizione che ha paura della propria ombra.

© 2011 il Venerdì (la Repubblica). Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

 Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, e del tesoriere Michele Capano Salutiamo che per la prima volta un presidente del Consiglio parli di "referendum act", come ha fatto oggi Matteo Renzi: cioè di una proposta complessiva di riforma dell'istituto...
 Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, e del tesoriere Michele Capano   Solo superando le norme "medievali" che ostacolano la raccolta delle firme, la riforma costituzionale amplierà la partecipazione popolare come afferma il presidente...
"Di fronte a un flusso di migranti ormai costante da oltre due anni, le istituzioni e il territorio milanesi hanno deciso di intervenire tempestivamente per assicurare un'accoglienza dignitosa a migliaia di persone e garantire al tempo stesso una gestione ordinata all'intera città" così il...