E sulle galere va in scena l'asse Pd-Lega

Dalla Rassegna stampa

 

Se da Torino Fassino fa sapere che sugli immigrati la Lega ha un po’ ragione e che le barriere d’ingresso dovrebbero essere più rigide, a Roma, alla camera, l’asse Pd-Lega è già alle prove generali. Almeno sul disegno di legge cosiddetto «svuota carceri» voluto dal ministro della giustizia Angelino Alfano e dettato dal gravissimo stato di sovraffollamento delle patrie galere.
Ieri il governo ha chiuso il braccio di ferro tra il Pdl e il partito del nord presentando degli emendamenti che restringono e di parecchio l’efficacia del provvedimento. Se la proposta iniziale prevedeva i domiciliari per chiunque avesse solo l’ultimo anno da scontare, il nuovo testo firmato dal sottosegretario Giacomo Caliendo piazza una serie di freni.
Prima di tutto viene cancellato l’automatismo. Sarà il giudice del tribunale di sorveglianza a valutare caso per caso, basandosi anche su di un «verbale di accertamento della idoneità del domicilio». La valutazione
della dimora esclude automaticamente gli immigrati che dovevano essere trasferiti nei Cie, ma rischia di mettere a rischio anche la situazione dei cittadini italiani. Esclusi dal provvedimento saranno pure i delinquenti «abituali, professionali o per tendenza». La somma di tutte queste restrizioni fa scendere di parecchio il numero dei beneficiari del provvedimento: dei 10.741 iniziali, ne restano sì e no cinquemila.
Per far contenta la Lega, ma anche il Partito democratico, il governo ha poi deciso di stralciare del tutto la
parte del disegno di legge che prevedeva l’avvio della «messa alla prova» per i detenuti comuni. La proposta riguardava gli imputati di reati puniti con pene pecuniarie o con pene detentive non superiori a tre anni e il testo stralciato dava al giudice la possibilità di sospendere il processo e di assegnare l’imputato a un lavoro di pubblica utilità. Il beneficio non poteva essere concesso per più di due volte in totale e prevedeva molti controlli, ma pure così il Partito democratico considerava la proposta una «accelerazione pericolosa». Infine, è stata inserita nel codice penale una norma che rende più gravi i reati commessi durante la detenzione domiciliare.
In commissione giustizia, le restrizioni sono state accolte favorevolmente da tutti i gruppi, dall’Italia dei valori e dal Pd assieme a tutta la maggioranza, con l’unica eccezione di Rita Bernardini la radicale eletta nelle liste del Pd che al ventisettesimo giorno di sciopero della fame (oggi ventottesimo) dice piuttosto amareggiata: «Il Pd è d’accordo con la Lega e l’Idv che oggi sono i veri vincitori,’insieme all’Anm. Dal provvedimento è stata tolta l’unica cosa positiva, cioè l’automatismo, in favore del giudice di sorveglianza, che già in una situazione normale rappresenta un collo di bottiglia». In effetti, l’Anm è contenta: «Prendiamo atto con favore dice il presidente Luca Palamara che gli emendamenti recepiscono le osservazioni formulate dall’Anm in sede di audizione davanti alla Commissione Giustizia della Camera».
Non è detto che tutte queste strizzatine bastino a placare le proteste della Lega. Il ministro degli interni Maroni - che in Consiglio dei ministri aveva approvato il testo assieme a Bossi, salvo gridare allo scandalo la scorsa settimana - e che adesso si dice convinto a metà: «Si è migliorato di molto il provvedimento e sono state accolte molte richieste che avevo fatto. Spero che continui ad essere migliorato prima della sua approvazione definitiva». L’obbiettivo della Lega è legare lo svuota carceri alla effettiva costruzione di padiglioni e carceri per almeno diecimila posti letto entro il 2011.
Infine, la norma che mette d’accordo tutti sull’aumento del personale di polizia penitenziaria. Arriveranno duemila agenti in più anche se i primi mille sono già idonei. Per loro, tutti provenienti dai Volontari in ferma breve, si accorceranno i corsi di formazione.

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