Il suicidio della sinistra a Palermo

La foto pubblicata ieri da Repubblica a pagina 19 è più che eloquente. In un autobus affollato un simpatico signore con ombrello, busta della spesa, coppola e sciarpa simil-Burberry 's, si ritrova davanti Rita Borsellino e Leoluca Orlando che conciona reggendosi a un mancorrente e gesticolando con l'altro braccio, scarmigliato eppure impomatato come solo lui riesce ad essere.
Quella foto certifica che sono iniziate le primarie del centro sinistra per scegliere il candidato sindaco a Palermo. E pensare che questa volta la sinistra qualche probabilità di vincere ce l'avrebbe, sostiene Michele Costa, figlio del procuratore ucciso dalla mafia nel 1980 ma da sempre lontano dai riti dell'antimafia "ufficiale". La foto annuncia che per il Pd le primarie palermitane sono messe malissimo ancor prima del voto. Dei quattro candidati uno solo ha in tasca la tessera del partito. In compenso non ha l'appoggio del segretario nazionale che ha scelto Rita Borsellino, non iscritta e già disastrosamente candidata alla guida della regione.
Il furbo Orlando è riuscito, minacciando un sua autonoma candidatura da tutti ritenuta esiziale, a ritagliarsi il ruolo di voce politica della candidata. Continua l'auto annientamento della sinistra politica palermitana, iniziato alla fine degli anni 80 a tutto vantaggio del populismo giustizialista di Orlando. La novità è che perfino Repubblica, che all'epoca fu tra gli istigatori di quel suicidio politico, oggi sembra mossa a compassione.
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