Sui democratici l'effetto traino dei candidati radicali

Dalla Rassegna stampa

Giuliano Pisapia e Massimo Zedda, fino a ieri outsider nelle storiche roccaforti del centrodestra di Milano e Cagliari e oggi protagonisti delle sconfitte più pesanti per Silvio Berlusconi, sono i candidati vendoliani che nelle rispettive primarie hanno prevalso su concorrenti sostenuti dal Pd. Il dipietrista Luigi De Magistris ha battuto clamorosamente al primo turno di Napoli sia i democratici che Sel e nel ballottaggio sarà lui, con tutta la sua carica antipolitica, il campione del centrosinistra. I grillini nella «rossa» Bologna sono arrivati al 10%. Nel giorno in cui si è incrinato, a cominciare dal Nord, il blocco elettorale che aveva portato al governo l'alleanza Pdl-Lega, pesa sull'alternativa l'incognita dei rampanti radicalismi di sinistra.

Pier Luigi Bersani non ha voluto rovinare la festa. Anzi, ha ribadito che il Pd resta al servizio dell'«unità delle forze della ricostruzione». Ma non c'è dubbio che nel voto di ieri i malumori delle sinistre critiche si sono espressi corposamente. Si tratta di forme e di contenuti diversi tra loro, comunque potenzialmente capaci di destabilizzare l'alternativa.

Davanti al Pd è comparsa ieri una chances inedita: Berlusconi non solo ha perso un round elettorale, ma è stato sfiduciato dall'elettorato d'opinione del Nord. Ora la grammatica dell'alternativa richiederebbe di accelerare sulle politiche di coesione, di dar corpo all'auspicata alleanza tra «progressisti e moderati», di trasmettere messaggi di cambiamento fermi e rassicuranti. I radicalismi invece puntano a frenare le aperture politiche e sociali.

Ovviamente i successi delle sinistre critiche sono tra loro qualitativamente differenti. Nichi Vendola è diventato in queste settimane l'alleato più affidabile del Pd, ha sostenuto Mario Morcone a Napoli, benché almeno metà del suo partito premesse per De Magistris. E Pisapia e Zedda hanno interpretato la loro leadership con un'impronta riformista. Bersani sa che domani Vendola lo sfiderà alle primarie del centrosinistra, se il centrosinistra dovesse presentarsi da solo alle elezioni. Ma ora non ci sono ragioni di una rottura.

La sfida dell'Idv evidenzia invece una diversità culturale più profonda con il Pd. Il giustizialismo dipietrista è meno omologatile in un'alleanza di governo. Ma Di Pietro è anche un tattico, e ieri ha detto di condividere al 100% «la linea di Bersani», compreso l'auspicio per un alleanza con ii Terzo Polo. Incassata la vittoria a Napoli, non vuole addossarsi responsabilità di rotture: peraltro, il successo di De Magistris potrebbe diventare un problema anche all'interno dell'Idv.

I grillini infine sono chiaramente non coalizzabili. Il loro maggior successo nelle zone «rosse» dimostra che, laddove Pdl e Lega sono meno credibili, sul movimento di Grillo può convergere anche l'antipolitica di destra. Questo per il Pd è più un problema sociale che politico. Bersani ha spiegato ieri che «l'unità tra progressisti e moderati» resterà la linea strategica del Pd, qualunque sia la futura coalizione elettorale. I1 problema è che i radicalismi di sinistra, oggi più baldanzosi, potrebbero spingere dall'esterno il Pd verso una chiusura.

© 2011 Il Mattino. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

Radicali italiani è un movimento politico che vive esclusivamente grazie all’autofinanziamento. È così da sempre: non abbiamo mai ricevuto fondi, finanziamenti o rimborsi pubblici. Scopri cosa fanno i Radicali grazie a te e aiutaci a raggiungere i nostri obiettivi!C’è un Movimento per una...
Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:   "A orientare il dibattito sulla modifica dell'Italicum non devono essere gli interessi dei partiti, o delle loro correnti, ma il diritto dei cittadini a conoscere e scegliere davvero chi si candida a rappresentarli. Un...
Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani   "Il recupero di credibilità da parte della politica e la rilegittimazione delle istituzioni agli occhi dei cittadini passa anche e soprattutto dalla selezione della classe dirigente. Ecco perché a orientare il dibattito sulla...