Stumpo e Puppato l'uomo-macchina e la sindaca "verde" alla corte di Bersani

Dalla Rassegna stampa

 

Lei veneta di Montebelluna, Marca trevigiana, distretto leader dello sport-system (Geox, Nordica, Lotto), isola Pd nel mare leghista, lui calabrese di Cotronei, paesone di 5mila abitanti sulle colline del crotonese. Lui uomo di partito fino al midollo, un passato da ragazzino in Rifondazione, all`organizzazione dei Ds e poi del Pd fin dal 2001, poco più che trentenne. Lei, invece, ha preso la prima tessera due anni fa, dopo le primarie di Veltroni. Era stata eletta sindaco con una lista civica supportata dall`Ulivo, prima gestiva la sua agenzia di assicurazioni. Parliamo di Nico Stumpo e Laura Puppato, due delle persone su cui il nuovo leader Pd intende puntare per la nuova squadra. Stumpo il posto di capo dell`organizzazione ce l`ha già in tasca, per la Puppato si sta ancora valutando, perché potrebbe anche essere la candidata del Pd alle regionali del Veneto.
VITE PARALLELE
Due tipi tosti, dice chi li conosce. «Stumpo è insostituibile, e infatti è rimasto sempre al suo posto nonostante i cambi di gestione», spiega Andrea Orlando, che l`ha avuto come vice all`organizzazione sia nei Ds che nel Pd». Poi è arrivato Fioroni, infine il ritorno di Migliavacca, ma nessuno ha mai pensato di metterlo da parte. «Del partito conosce tutti, fino all`ultimo assessore», racconta Vanio Balzo, altro uomo-macchina del Pd. «Arriva sempre primo con le proiezioni, anche nel 2008, al Loft festeggiavano per gli exit poll, lui ha capito subito che avevamo perso», dice Orlando. «Una cabina telefonica», scherza Filippo Penati. «Se non è al telefono con qualche federazione vuol dire che è andato lì di persona». Balza agli onore delle cronache nel 2007 come direttore del mitico Utan, l`ufficio tecnico-amministrativo che deve gestire le primarie di un partito che ancora non c`è. Pannella e Di Pietro vogliono correre, tocca a lui fermarli, regolamento alla mano, e sopportare lo scherno dei radicali, «No alle Stumpo truppen», «Disperato erotico Stumpo». Lui non fa una piega. «Non ho nulla contro Pannella, è solo una decisione tecnica». Anche Furio Colombo protesta, le sue firme raccolte via fax non sono state ammesse: «Troppa burocrazia!». E Stumpo: «L`autocertificazione non è applicabile alle candidature». La Puppato ha una decina d`anni in più, 52 per la precisione. Deve la sua carriera politica alla battaglia contro un inceneritore a Montebelluna: lei, presidente del Wwf locale, si mise a capo della protesta dei cittadini, e poi fu eletta sindaco, e per prima cosa bloccò quel progetto. Una mossa poco "bersaniana"? «Macché, qui a Montebelluna abbiamo l`85% di raccolta differenziata», sorride lei. E aggiunge: «Bersani è stato il primo in Italia a cogliere le opportunità della green economy con Industria 2015, e mi ha fatto scrivere parte del suo programma». Alle europee ha preso 60mila preferenze nel Nord-est, e Bersani l`ha notata: «Ecco, vedete, non c`è solo la Serracchiani, c`è anche questa sindaca del Trevigiano...». Dice Marta Meo: «I voti se li è presi da sola, non certo grazie al partito, è una diretta, che parla spesso in dialetto, le viene facile suscitare consenso. Raccoglie simpatie persino tra i leghisti». «Quando vuole un finanziamento dalla Regione, è capace di andare lì tutti i giorni, fino a prenderli per sfinimento», dice Luca Musumeci, ex consigliere comunale. Che ricorda anche le interminabili serate ad ascoltare i concittadini. La sua ricetta? «Serietà, chiarezza e lavoro sui territori», sorride la sindaca. «Come dice Bersani...».

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