Stop del Senato alla Ru486: serve una nuova istruttoria

Dalla Rassegna stampa

Stop alla pillola abortiva in Italia: troppi i dubbi sulla sicurezza e sulla sua «compatibilità» con la legge 194 sull`aborto. La commissione Igiene e Sanità del Senato è pronta - già oggi o al massimo domani - a chiedere di fermare la procedura di immissione in commercio della contestata Ru-486, malgrado il via libera dell`Agenzia del farmaco arrivato lo scorso 19 ottobre. A meno di improbabili sorprese la dodicesima commissione di Palazzo Madama voterà sì - a maggioranza e con il Pdl compatto - al documento che chiude l`indagine conoscitiva partita subito dopo il varo da parte dell`Aifa della delibera che apre le porte, anche in Italia, alla pillola abortiva. «Non ci sono ancora sufficienti garanzie sulla compatibilità tra l`utilizzo della Ru486 e la legge 194: occorre una nuova istruttoria per acquisire il parere del ministro del Welfare», ha spiegato ieri senza troppi giri di parole il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri. Che ha chiarito come le ragioni dello stop non siano «di tipo ideologico», ma derivino piuttosto dalla necessità di «saperne di più a tutela innanzitutto della salute delle donne». Dall`opposizione arrivano, intanto, critiche molto dure: a cominciare da Donatella Poretti, senatrice del Pd, che ieri ha parlato di un vero e proprio «stop politico». La posizione ufficiale in commissione Sanità del partito democratico - dove non mancano divergenze su questo fronte come su altri temi bioetici - sarà, comunque, decisa stamattina in una riunione che precederà il voto. Le conclusioni dell`indagine conoscitiva del Senato - frutto di un mese di audizioni in cui si sono alternati medici, esperti dei farmaco e bioetici - arrivano proprio sul filo di lana visto che la procedura di autorizzazione della pillola abortiva si dovrebbe concludere nei prossimi giorni con la pubblicazione, in «Gazzetta Ufficiale, della delibera dell`Aifa. La bozza del documento, che sarà votata dai senatori, oltre a chiedere la sospensione della procedura in Italia punta anche ad aprire un arbitrato presso l`Emea, l`agenzia Ue del farmaco, per ridiscutere il via libera europeo.

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