Stop al Porcellum, Berlusconi dà il via al confronto

Dalla Rassegna stampa

Silvio Berlusconi vorrebbe un patto con il Pd per riformare il Porcellum, «alzando la soglia di sbarramento» per limitare la diffusione dei piccoli partiti. Per farlo «serve tempo» ed è per questo che il Pdl sostiene il governo di Mario Monti fino al termine della legislatura. Da domani, annuncia Ignazio La Russa, comincerà un «giro di consultazioni» per uno «scambio di opinioni», con gli altri partiti per valutare come lavorare sulle riforme istituzionali», compresa la legge elettorale. Il Pd ha già approntato la squadra per trattare: Luciano Violante, Luigi Zanda e Gianclaudio Bressa.

Questo mentre tra Pdl e Lega scoppia la «grana» Calderoli. Al Berlusconi che conferma che non si ripresenterà come candidato premier, l'ex ministro leghista senza mai nominarlo annuncia che il Carroccio mai potrebbe votare e cedere di votare per Angelino Alfano premier: «Forza Italia o il Pdl potevano vincere con un candidato brianzolo: voi pensate cosa succede al Pdl se candidano un siciliano a casa nostra... Lo mandano a scopare il mare». La risposta brusca arriva dal siciliano Ignazio La Russa: «Per uno come me che si considera milanese al 100%, perché ho fatto politica a Milano fin da ragazzo, viene da vergognarsi a leggere le dichiarazioni dì Calderoli su Alfano. È una sciocchezza dire che non può essere candidato del Pdl perché siciliano. Non appoggiare il governo Monti - aggiunge La Russa ricordando tra l'altro che siciliana è anche la moglie di Bossi - è una posizione legittima, seppur propagandistica, ma la Lega sta superando anche quel perimetro di interventi a cui ci aveva abituati e che era già molto ampio. Già avevano fatto riferimento a piazzale Loreto, poi siamo passati a qualcosa che è più sciocco e decisamente anti-storico come contestare ad Alfano la possibilità di leadership perché siciliano».

La nuova mossa sulla legge elettorale è stata spiegata dal Cavaliere, al quotidiano «Libero», al quale ha poi precisato, dopo la pubblicazione, che si trattava di «un ragionamento sul filo del paradosso». L'ex premier ha comunque osservato che la politica deve ritrovare centralità perché «in questo momento non c'è», tanto che il «46 per cento degli italiani non sa chi votare e se andare a votare». Inoltre, c'è troppa «dispersione» di voti «in una miriade di partiti e partitini: la sinistra radicale di Vendola, i Grillini, Di Pietro, i radicali, Fini, l'Udc di Casini, la Lega». Dunque, il dialogo sulla riforma elettorale, e sulle altre riforme istituzionali e la giustizia, va fatto con il Pd. Sulla giustizia, Berlusconi pensa che 40 deputati Pd abbiano votato a favore della responsabilità civile dei magistrati. Ha ribadito che non si ricandiderà alla premiership, vuole fare un «passo indietro» per favorire Alfano «che è un giovane bravissimo».

Le reazioni del Pdl sono di segno positivo. Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, «qui si tratta di ridisegnare un nuovo bipolarismo», che dovrà essere «fisiologico e normale e non più selvaggio». Osvaldo Napoli, vice-presidente deputati Pdl, condivide la strategia di aprire al Pd per cambiare il Porcellum, ma ritiene necessario tenere aperto un dialogo con l'Udc.

La risposta del Pd è misurata. Per Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria, il partito «disponibile a discutere» di riforma elettorale «con tutte le forze politiche che intendono superare il Porcellum e approdare a una legge più giusta». Secondo Lorenzo Cesa, segretario Udc, l'intervista è «una svolta importante, che non va lasciata cadere. Finalmente Berlusconi capisce che i comunisti non esistono più e che Pd e Pdl devono collaborare nell'interesse del Paese». Commenti polemici arrivano da Carmelo Briguglio, Fli («siamo al compagno Silvio») e da Felice Belisario, Idv: «È l'ennesima proposta indicente e andrebbe rispedita subito al mittente».

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