Staminali? Congelate

Un giudice federale, Royce C. Lamberth, ha bloccato uno dei provvedimenti più discussi che siano stati approvati del presidente americano, Barack Obama: quello che permetteva di espandere la ricerca sulle cellule staminali grazie ai fondi pubblici. La rivoluzione dell'Amministrazione Obama, come l'ha sempre definita la stampa mainstream italiana, è congelata. Le prime richieste di sospensione erano state bocciate, ma il giudizio è cambiato al processo di appello, che si è tenuto lunedì. Lamberth ha dato ragione a un gruppo di scienziati guidati da James Sherley, un ex ricercatore del Massachusetts Institute of Technology, secondo cui il provvedimento firmato da Obama nel 2009 è contrario all'emendamento Dickey-Wicker del 1996, che ha messo al bando sia la ricerca finanziata con soldi pubblici mirata a creare embrioni umani (come avviene regolarmente nelle cliniche per la fecondazione assistita), sia quella che rischia di distruggere, eliminare o danneggiare gli embrioni.
Nel 2001, il presidente Bush stabilì che il denaro pubblico potesse essere usato per la ricerca soltanto se effettuata sulle 21 colonie di staminali che erano state estratte prima dell'agosto di quell'anno. Obama ha revocato quella norma, consentendo la ricerca su tutte le linee di staminali prodotte nel frattempo dai laboratori privati. Secondo Sherley - e, adesso, anche secondo la giustizia americana - questo tipo di pratica "dipende dalla distruzione di un embrione", e quindi non può ricevere soldi pubblici. Si tratta di una sconfitta doppia per il presidente. La sospensione non è arrivata per volontà di attivisti religiosi o associazioni pro-life: a sconfiggere la Casa Bianca è stato un uomo di scienza. Cade così il luogo comune secondo il quale tutto il mondo della ricerca appoggiava il provvedimento di Obaina.
Il presidente perde anche perché la sentenza ha dato ragione ai giornali vicini al presidente, ma critici. Il Washington Post aveva rimproverato la Casa Bianca perché riteneva che le nuove direttive fossero un ribaltamento dell'emendamento Dickey-Wicker; il New York Times, al contrario, s'era lamentato perché considerava le norme poco innovative. In un anno e mezzo, la rivoluzione obamiana è stata sconfitta, senza accontentare alcuno.
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