«Stamina non si basa sulla scienza ma sulla speranza»

Dalla Rassegna stampa

«Le ordinanze dei giudici civili prescindono da valutazioni scientifiche e si basano sulla speranza». È con queste parole che il gip di Torino, Francesca Christillin affonda il metodo Stamina e dispone il sequestro preventivo delle cellule e delle apparecchiature usate per la terapia agli Spedali civili di Brescia. Il giudice sembra dunque reputare che l’operato dei colleghi del civile che hanno autorizzato il trattamento sia mosso da un intento nobile, ma che la voglia di dare speranza ai pazienti non possa autorizzare l’approvazione di un reato. In seguito alle disposizioni della procura di Torino, i Nas sono piombati nell’ospedale bresciano a mettere i sigilli alle staminali, che sono state sequestrate, e non distrutte in quanto si è ritenuto di doverne salvaguardare la vitalità. Ma dalla Procura di Torino arrivano importanti novità anche sui capi d’accusa contestati all’inventore del metodo, Davide Vannoni, il suo braccio destro, Marino Andolina e gli altri collaboratori.

Per tutti costoro il pm Guariniello ipotizza i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, la somministrazione di medicinali guasti in modo pericoloso per la salute e l’esercizio abusivo della professione medica. Secondo quanto emerge dalla ricostruzione del pm, e dall’accoglienza riservata dal gip alle imputazioni da lui sollevate, le 80 pagine stilate da Francesca Chrsitillin segnano alcuni punti fermi nel trattamento del discusso metodo a livello giuridico. Il giudice spiega che «i presupposti e le finalità delle cause civili e del procedimento penale sono distinti e autonomi». Un conto è l’inchiesta penale, spiega il gip, che si fonda su accertamenti probatori approfonditi e valutazioni mediche. E un altro sono i giudici civili che invece non giudicano sulla base di riscontri scientifici, ma in nome del diritto del paziente a scegliere una cura alternativa: ma «non sanno e non possono sapere se la via scelta sia idonea o meno a guarirlo».

Christillin ha sottolineato come il metodo di Vanoni non rispetti le regole, non sia autorizzato dall’Aifa, e non rispettati protocolli e procedure. Nelle sue argomentazioni, il gip fa riferimento ad atti di commissioni e comitati, a consulenze e a pareri influenti della comunità scientifica (tra tutti i Nobel Randy Schekman e il giapponese Shinya Yamanaka, presidente dell’Isscr che sono scettici sul metodo e non lo ritengono fondato). Il gip di Torino ha infine approvato la ricostruzione dei pm che parlano di una prima fase in cui Vannoni e soci ricevevano dalle famiglie somme fino a 50mila giuro. E di una seconda, iniziata dopo il 2011 in cui si è tentato di inotrodurre il metodo nel servizio sanitario pubblico a Brescia. In quella circostanza, Andolina scrisse a Vannoni: «Brescia è nostra a 360 gradi».

 

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