Stalking, e questa non è violenza alle donne?

Dalla Rassegna stampa

Cara Europa, per la Giornata internazionale contro la violenza alle donne, celebrata al Quirinale, Napolitano ha detto le cose giuste che in circostanze come queste vanno dette. Nulla da obbiettare. Piuttosto mi lasciano perplessa le cose dette dalla ministra Carfagna (che, a furia di dimagrire, mi pare si stia rovinando). Secondo la ministra delle pari opportunità, le donne italiane stanno meglio da quando c’è il governo Berlusconi, perché è stata fatta la legge contro le molestie (stalking), che già nei primi otto mesi di quest’anno ha fatto arrestare 753 molestatori e liberare 4000 donne dagli incubi della persecuzione.
Inoltre, la ministra ha annunciato un piano di 20 milioni contro la violenza e antistalking, nel 2010, per formare operatori ad hoc, centri antiviolenza, ecc. ecc. Davvero per noi donne , grazie alla destra, è successo qualcosa di cui non ci eravamo accorte?
MARIELLA BASILE, NAPOLI

Cara signora, l’unica cosa concreta detta dalla ministra Carfagna è il riferimento alla legge antistalking, che in effetti è stata varata, mi pare col consenso di tutti, nel febbraio scorso. Quanto al piano per l’anno prossimo, non posso che augurarmi di vederlo realizzato, sperando che i 20 milioni servano per creare non nuovi impieghi ma vere professionalità. Non credo tuttavia che le donne si siano accorte di quello che alla ministra Carfagna sembra un salto di qualità. Però temo ancor più che non si accorgano neanche della devastazione a cui, mentre si combatte la violenza privata, il governo sottopone le donne con violenze di stato. Mi riferisco a tutta la guerra contro i diritti cosiddetti bioetici (ai miei tempi si chiamavano diritti civili) che, per ingraziarsi il Vaticano e assicurarsene l’appoggio elettorale, governo e maggioranza (e non solo loro, tuttavia) infliggono a chi quei diritti invoca. Anche perché li invoca con poca voce, visto che in Italia non esiste un’opinione pubblica non dico femminista ma nemmeno femminile.
Se a negare i diritti è un signore che ci piace, e a molte donne Berlusconi piace non meno che a molti uomini, si dimenticano anche i propri diritti, e magari si preferisce risolvere le situazioni come si può, se si tratta di aborto, o rinunciando del tutto, se non si hanno soldi per andare all’estero a sottoporsi a una civile fecondazione assistita.
Ha letto della bocciatura costituzionale di quella legge bioetica che imponeva di inseminare tre embrioni, accrescendo il numero dei parti trigemini, quasi sempre non graditi e causa di futuri problemi economici ed esistenziali per la coppia, e per i figli? Ha letto che, causa riduzione di anestesisti per ferie natalizie e befaniere, la prima assistenza che sarà soppressa in alcuni ospedali è quella dell’epidurale, cioè il parto indolore? Adesso c’è la guerra alla Ru486, la cosiddetta pillola che fa abortire senza dolore, e perciò inconcepibile per chi incensa il dolore delle donne, parto o aborto che sia.
Non le sembra, cara signora, che queste e tante altre cose della stessa ditta siano violenza contro le donne? E dove sono le donne che protestano contro la violenza di stato, imposta dal governo della signorina Carfagna? Certo, qualche protesta non manca nella classe politica. Ieri abbiamo sentito, per citare, quelle di Silvana Mura e Belisario (Idv), di Donatella Poretti (radicale), di Ignazio Marino (Pd), del Nobel Rita Levi Montalcini che ha lodato i “risultati straordinari” della pillola, di Cicchitto (Pdl) ecc. Ma quante donne sono andate a fischiare sotto le finestre di palazzo Madama, all’indirizzo del relatore Tommasini (che ha parlato di «ostruzionismo» per avere il Pd costretto a rinviare la votazione di un giorno), o del camerata Gasparri, o del prof. Buttiglione che dice «bene ha fatto la commissione sanità del senato a fermare la procedura di immissione in commercio della pillola»; o del ministro Sacconi (il socialista!!!) che si atterrà al voto della commissione stessa? Cara signora, ma dobbiamo essere noi maschi, e magari vecchi, a fare le battaglie per le libertà delle donne, visto che queste hanno perso la voce e preferiscono guardare la tv?
 

© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK