Stabilità, Bersani: “Sì all’accordo”

Domani si troverà l’accordo sul ddl stabilità, e il governo è e resta saldo. Lo ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, commentando ai microfoni della trasmissione Agorà la dichiarazione del segretario della Lega, Roberto Maroni, secondo il quale «il governo non mangia il panettone perché non arriva a Natale».
E se Bersani insiste «Domani troveremo l’accordo sul Ddl stabilità. Discutiamo, diremo la nostra, ma alla fine non è certo in dubbio la stabilità del governo», non tutti, nello stesso Pd, sono altrettanto sicuri. «Non posso tapparmi la bocca e bendarmi gli occhi. - dice l’esponente del Pd Gero Grassi, vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera. - Faccio riferimento solo alle voci che riguardano il welfare e la sanità che subiscono tagli per svariati e svariati milioni di euro. Queste riduzioni comporteranno che molti italiani non potranno più curarsi ed altri non avranno l’aiuto per sopravvivere». «Accanto a questi tagli poi - prosegue Grassi - si registrano spaventosi aumenti. Sarà un massacro sociale. So bene che la situazione economica è difficile. Il Governo Monti oggi è ad un bivio. Scelga se continuare a vivere insieme agli italiani, oppure andare a casa. Non voterò, come giustamente ha detto Pierluigi Bersani, una legge di stabilità che interviene pesantemente su welfare, sanità e pubblica istruzione. I tagli - conclude - si facciano alle spese militari, anche prevedendo la unificazione delle forze di polizia, agli aerei F35 e alle missioni all’estero. Quando l’economia langue un Governo serio, credibile e popolare, ai tagli unisce criteri di equità e giustizia sociale».
Perplessità anche in casa Pdl. «Bisogna metter mano alla questione dell’aumento dell’Iva perché grava sui consumi e sui contribuenti. È un’ulteriore manovra di tagli». dice Fabrizio Cicchitto (Pdl) a Tgcom24.
«La politica di rigore ha sviluppato tutta la sua forza e oggi siamo in una situazione recessiva che la società italiana non regge più. Siamo al limite. Il governo deve stare attento, non c’è alcuna manovra dei partiti, nessuno vuol far cadere il governo ma nessuno vuole far crollare l’economia italiana. L’eccesso di rigore rischia di farci morire soffocati».
Enrico Giovannini, Presidente dell’Istat, a «L’economia prima di tutto» di Gr Rai ha sottolineato che «C’è una parte di popolazione, le fasce più povere che non pagano nessuna imposta sul reddito ed è evidente che per loro una modifica delle aliquote non fa alcuna differenza mentre invece un aumento dell’Iva, ancorché non relativo ai beni ad aliquota zero, ha un effetto anche su di loro». «Noi - prosegue - abbiamo segnalato attraverso i nostri modelli che questa distribuzione del beneficio va meno a favore delle famiglie con figli e quindi abbiamo implicitamente segnalato l’opportunità di una revisione eventuale della manovra proprio perché sono le famiglie con figli che hanno visto l’aumento della povertà relativa negli ultimi anni».
© 2012 La Stampa. Tutti i diritti riservati
SU