Spunta la manovrina. Tremonti smentisce

Dalla Rassegna stampa

I conti pubblici stanno deragliando oppure sono ancora «in sicurezza» come vuole il verbo tremontiano? Da fonti parlamentari trapela la notizia di una manovra da 4-5 miliardi di euro in programma per giugno. Sarebbe stato Silvio Berlusconi, in persona, a parlarne durante il vertice del Pdl di mercoledì sera. In
realtà non di una vera e propria manovra si tratterebbe (il classico menù di tagli e interventi fiscali), quanto invece della necessità di provvedere a coprire una serie di spese correnti che verrebbero a maturare nei prossimi mesi, in primis il rifinanziamento delle missioni all’estero.
Dopo il primo annuncio, l’immediata reazione allarmata dell’opposizione ed un richiamo dell’agenzia di rating Standard & Poor’s (che arriva anche a minacciare il declassamento in caso l’Italia non dimostrasse di voler tenere sotto controllo le spese), il governo ieri ha subito gettato acqua sul fuoco. «Manovra da 4-5 miliardi? Non ne so nulla» ha dichiarato a botta calda il viceministro dell’Economia Giuseppe Vegas. Seguito in serata da Giulio Tremonti. «Confermo l’impegno della Repubblica italiana ad una correzione dello 0,5% nel 2011 - ha affermato il ministro dell’Economia -. Smentisco le altre voci».
Gli impegni con Bruxelles
Niente manovrina bis, dunque. Anche perché dopo il 5,3% di deficit registrato l’anno passato, annus orribilis per tutte le economie mondiali, l’Italia ha concordato con Bruxelles di attestarsi quest’anno al 5% senza dover ricorrere a misure particolari.
Per il 2011 la correzione prevista dal patto di stabilità trasmesso alla Ue è dello 0,4% del Pil (e si farà come l’anno prossimo, con un decreto a luglio e la finanziaria a settembre), e sarà dello 0,8% nel 2012 anno in cui si prevede di rientrare nei parametri di Maastricht scendendo al 2,7%. Pd e Idv, però, chiedono al governo di riferire in Parlamento. «Tremonti da luglio 2008 racconta di aver messo in sicurezza i conti pubblici, oggi veniamo a sapere che potrebbe non essere così. Cosa è cambiato rispetto a dicembre scorso quando è stata approvata la Finanziaria 2010? Quali voci di bilancio sono fuori controllo?» chiede il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina. «E’ fuori controllo la spesa per beni-servizi come nel 2009? 0 siamo di fronte a un ulteriore aumento dell’evasione?».
Tremonti, implicitamente, con la sua dichiarazione assicura che la situazione è sotto controllo. Del resto l’andamento del fabbisogno dei primi tre mesi dell’anno gli da ragione: il deficit cumulato, nonostante una fiammata a marzo, è sceso dai 30,147 miliardi di euro del 2009 a 26,9. Col costo del debito che si fa più pesante per l’aumento dei tassi mentre entrate tributarie e contributive mostrano - assicurano al Tesoro - una «sostanziale tenuta».
Il test di maggio
Per saperne di più in realtà bisognerà attendere almeno la fine di aprile, quando il ministero dell’Economia presenterà la Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica aggiornando tutto il quadro economico. E soprattutto il mese di maggio, quando si capirà realmente come vanno le entrate. E dunque se serve davvero intervenire a giugno per correggere i conti oppure no.
Il rischio rating
«I conti pubblici sono un problema serio e noi vi poniamo la massima attenzione» commenta il direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli. Che però non si sbilancia sulla necessità di varare una manovra a metà anno. Di tutt’altro parere l’agenzia di rating Standard & Poor’s: premessa «la posizione di partenza relativamente debole delle finanze pubbliche italiane», avviare già nel 2010 il « programma di consolidamento attraverso la riduzione della spesa potrebbe essere un importante fattore di supporto per i rating dell’Italia»». In caso contrario S&P potrebbe essere anche indotta a rivedere il voto assegnato al nostro Paese (A+/A-1, outlook stabile) con tutto quello che ne consegue, in termini di credibilità e di maggiori oneri del debito pubblico.

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