Spot sull'omofobia: brava Carfagna

Sala delle conferenze stampa gremita a Palazzo Chigi: va in scena la presentazione della prima campagna contro l`omofobia lanciata dalla ministra Mara Carfagna. Quell`esponente del governo, che per intenderci fino a poche settimane fa era il bersaglio numero uno del movimento lgbt italiano. Una ministra per le Pari opportunità che fin dal suo esordio era inciampato in diverse gaffe ed errori perlomeno di tattica politica, tanto da meritarsi carri allegorici ai Pride, prese in giro di tutti i tipi, anche cadute di stile. Ora che succede? Accade che dopo l`intensificarsi degli episodi di violenza omofobica la ministra decide di uscire dal torpore e rendere più chiare le sue intenzioni, ín qualche occasione proclamate per parare il coro di proteste rispetto alla sua inazione. Con accortezza organizza un incontro con le associazioni lgbt e, colpo di scena, si proclama a favore di una legge per i reati d`odio nei confronti delle persone gay, pure di quelle trans, annuncia una campagna stampa, l`avvio di una ricerca sul fenomeno delle discriminazioni affidata all`Istat. Missione compiuta. La proposta di legge Concia, sappiamo che fine ha fatto, ma ieri la ministra ci ha tenuto a ribadire che è sua intenzione presentare al più presto una nuova proposta e di lavorare, presente in sala, insieme a Paola Concia. Cosa dire? Intanto la verità, per la precisione due verità: la prima è che nonostante le associazioni avessero chiesto da decenni ai ministri delle pari opportunità precedenti, mai nessun governo di centro sinistra e di centro destra ha predisposto questo tipo di campagna. La seconda è che il centro destra, e Carfagna in testa, di unioni civili, matrimoni, diritti civili per le persone lgbt non ne vogliono sentir parlare. Chi ha vinto, quindi, oggi? Sicuramente l`azione paziente, dura, instancabile delle associazioni lgbt che testardamente continuano a operare per un cambiamento concreto e, che ieri una piccola significativa rivincita se la sono potuta prendere. Carfagna esce certamente bene, dopo un anno e mezzo di graticola e può guardare dall`alto in basso le tante sue ex colleghe, che hanno tanto promesso e concretizzato quasi nulla. La destra nel suo complesso, che senza concedere nulla dal punto di vista dei diritti civili, di cui l`assenza è la vera causa dell`aumento delle aggressioni e di un ampliamento dello stigma sociale, ha reso evidentissima la debolezza strutturale della sinistra politica italiana. Chi ha perso? Le sinistre che incapaci di sostenere una proposta parlamentare nata nel loro campo, ieri hanno subito uno smacco storico. L`incertezza imbarazzata dei governi Prodi e precedenti del centro sinistra è apparsa ridicola, al confronto di una ministra del governo più a destra della storia della Repubblica, zeppo di omofobi, di clericali reazionari. Ieri è stata presentata una campagna composta da spot, manifesto e depliant costata 2 milioni di curo (un budget superiore di quella contro la violenza alle donne). Ripeto nessun nuovo diritto, nessuna concessione rispetto al riconoscimento giuridico delle coppie. Come ci ha detto in forma accorta e soppesando le parole una ad una, qualche mese fa Gianfranco Fini, «iniziamo dall`omofobia e manteniamo aperto il confronto su tutto il resto». Per la destra il terreno della tutela fisica dei cittadini, la famosa sicurezza, è semplice e giustifica aperture "persino" nei confronti delle persone lgbt (tutte, come ha ripetuto Carfagna, promettendo attenzione rispetto alle persone trans). Tocca alle sinistre fornire delle risposte, perché l`unica possibilità che migliaia di elettori gay non si rifugino nell`astensione o riconoscano nell`urna queste prime aperture alla destra, è che il campo progressista esca finalmente dal torpore in cui è sprofondato da lungo tempo, rilanciando concretamente sui diritti, buttando nel water (scusate la forte espressione) Dico, Cus e schifezze varie, finalmente come appartenente alle migliori famiglie del riformismo mondiale. Fa amaramente sorridere pensare che se il centro sinistra fosse in questo momento al governo, probabilmente la Binetti di turno (ma attenzione a caricare tutte le colpe solo sulla furba e consapevolmente mediatica rappresentante di Ruini), si sarebbe dissociata e fatto tremare le esitanti e povere di spirito donne del Pd. Ieri si è celebrato il Carfagna Pride, stupefacente constatazione rispetto a un panorama politico mortificante. Con questa campagna non cambia niente, fantasmi sociali siamo e tali rimaniamo, ma non si può esser manichei: quando le istituzioni nazionali decidono di investire in un`operazione sociale di questo tipo, significa che si spiana la strada per successivi provvedimenti legislativi. Sperando che il centro sinistra in Parlamento riesca a non far danni e che finalmente, il più presto possibile si veda la luce di un primo provvedimento di tutela nei nostri confronti, intanto le persone lgbt possono finalmente contare sull`esplicita presa di posizione da parte del governo italiano. Scusate non è poco ed è inutile girarci intorno, avrà delle conseguenze. Non bisogna illudersi, ma nemmeno demordere.
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