Lo spot dei radicali diffuso in Toscana Nessuno dice niente?

Un altro passo in avanti dei promotori dell’eutanasia: il discusso spot tv sulla «dolce morte» è in onda sulle frequenze dell’emittente toscana Rtv38. Cinque passaggi al giorno, in programmazione notturna, al di fuori della fascia protetta, ma continuativa: dal 25 al 31 gennaio.
Così, dopo gli stratagemmi della trasmissione surrettizia del video in Rai, il 17 dicembre prima e il 12 gennaio poi, e a seguito dell’infruttuoso tentativo di diffusione attraverso Telelombardia, finalmente si e palesato uno spazio senza ostacoli e i radicali ne hanno approfittato. E non è difficile approfittarne, constatato il silenzio che continua a circondare la visione dello spot nella freddezza delle istituzioni preposte. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, interpellata in merito a possibili iter sanzionatori, ha rilasciato un commento tanto stringato quanto esaustivo: «Al momento non sono arrivate segnalazioni e quindi non vi e alcuna procedura in corso, anche perché, trattandosi di emittente locale, non vi e una competenza sul monitoraggio della pubblicità della stessa». L’opzione attendista si dimostra adeguata a molte circostanze.
Del resto, anche le giustificazioni addotte da Rtv38, per motivare la messa in onda fanno parte di un repertorio già sentito in altra occasione e con altra tv: «Si e scelto di dare spazio al dibattito pubblico, è importante che se ne parli: siamo disposti a ospitare anche chi la pensa diversamente». Nell’assenza di dubbio che se non c’e adeguato contraltare il dibattito è piuttosto un Monologo, viene anche ribadito che «in fondo la pubblicità e un mezzo come un altro e in questo caos serve a promuovere un’idea». Concetto discutibile di per se per svariate ragioni che attengono squisitamente all’uso di un mezzo tutt’altro che neutrale, ma soprattutto imperniato sulla difesa di un reato tuttora sanzionato dal Codice penale. Ma anche questa obiezione cozza contro il muro di gomma della «attivazione, da parte dell’emittente, di consulenze giuridiche che hanno dato ampie rassicurazioni». Quelle di Telelombardia, evidentemente, non erano così rassicuranti visto che avevano scelto di non mandarlo in onda. Ma a che titolo viene trasmesso lo spot? «Va in onda all’interno di uno spazio autogestito richiesto, con contratto pubblicitario a pagamento, come normale pubblicità», specificano dalla televisione. I costi?
«Cinquecento euro per l’intera programmazione», precisano dall’associazione Luca Coscioni, che ha lanciato anche una raccolta fondi per proseguire. Su quale canale avverrà ancora non e dato sapere, ma vigilate sul vostro decoder, la prossima tv potrebbe essere la vostra.
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