Spopola il gioco dell'antipolitica

Dalla Rassegna stampa

“Unisciti a noi per scavare nelle spese dei parlamentari, per trovare cose che meritano un ulteriore approfondimento". In Inghilterra grazie alla trovata del "The Guardian", che ha anche divulgato un neologismo fino ad allora noto solo agli addetti ai lavori, il "crowdsourcing", cioè un "outsourcing" subappaltato a "the crowd", la gente (un bel gioco di parole insomma) l'anti politica ha raggiunto un ulteriore stadio evolutivo: quello del "Gaming". In cui il "gioco" dello scoprire le spese pazze dei singoli membri della Camera dei Comuni è stato letteralmente consegnato nelle mani dei lettori del quotidiano on line che hanno risposto in 40mila. La cosa, che in Italia è passata pressoché sotto silenzio, è stata raccontata come una tendenza innovativa del giornalismo anglosassone in un libro uscito non da molto, "Reality is Broken, why Games Make Us Better and how They Can Change the World" (La realtà è spezzata: come i giochi ci rendono migliori e possono cambiare il mondo) di Jane Mc Gonigal. Tutto il capitolo undici è dedicato a questo caso del "Guardian" iniziato nel 2010 dopo la casuale scoperta da parte di un cronista del quotidiano laburista "The Telegraph" che un deputato si era fatto costruire con diecimila sterline di denaro pubblico una piscina per le proprie anatre. Sir Peter Viggers, era il nome del deputato. Fatto sta che "The Guardian" chiese a quel punto alla Camera dei Comuni di avere tutte le note spese dei deputati, un po' come i Radicali italiani con Rita Bernardini hanno fatto con il presidente Gianfranco Fini per la storia dei palazzi affittati alla Camera a prezzi pazzeschi da Scarpellini e dalla sua immobiliare. La burocrazia della Camera dei Comuni ha così fatto recapitare circa 400 mila documenti alla rinfusa in faldoni alla redazione di "The Guardian".

Una mole impensabile per esser gestita dai giornalisti del quotidiano in questione. Ecco quindi che a qualcuno, cioè all'editor, viene il colpo di genio del "crowdsourcing": mettere online tutti i documenti e coinvolgere il pubblico dei lettori nel "game".

Per farla breve in due delle pagine Internet del "The Guardian" sono stati pubblicati i documenti e una legenda per spiegare la natura del "gioco" e come giocarlo.

Tutto in quattro "step" o "passi": 1- trova un documento, 2 - decidi di cosa si tratta e se è interessante, 3 -copia tutte le voci, 4 - fai osservazioni sul perché ogni singola cosa può meritare un ulteriore approfondimento.

Da allora questa cosa è diventata non solo un gioco di società popolare tra gli inglesi ma l'incubo di tutti i politici, anche della camera dei Lord, che temono possa toccare presto o tardi anche a loro di provare la sistematica ferocia dei cittadini stufi della “casta” britannica. Ma la lama ha un doppio taglio: il diretto- re del "The Guardian" si è reso conto che come "diggers", i semplici cittadini sono meglio dei giornalisti.

Il documento più esilarante di quelli trovati si chiama "The Sky Sport Debate" ed è un piccolo carteggio tra il deputato Gerald Howarth e l'ufficio di revisione spesa della Camera dei comuni che aveva bocciato la richiesta di rimborso di un abbonamento privato a Sky per lo stesso parlamentare nel proprio ufficio. Howarth si era risentito e aveva scritto di avere anche l'abbonamento a casa, ma trovava "uno spreco insensato pagarsene un altro pure in ufficio" per vedere la partita di calcio. Così credeva che glielo dovesse pagare la collettività.

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