Spari in mare, Lega contro Gheddafi «Le sue scuse non possono bastare»

Dalla Rassegna stampa

Sui rapporti con la Libia ora s'agita anche la Lega Nord. Ieri sull'organo di partito, La Padania, Stefano Stefani, esponente del Carroccio e presidente della commissione Esteri di Montecitorio, lo ha detto chiaro e tondo: «I libici si sono scusati, è vero. Ma le scuse non bastano, bisogna pretendere che vengano ridefinite le regole d'ingaggio e che finalmente si risolva una volta per tutte la questione delle acque internazionali. I pescatori italiani, infatti, spesso sconfinano perché il confine delle acque non è chiaro». Un messaggio esplicito diretto al «suo» ministro, Roberto Maroni, difeso invece a spada tratta da un altro leghista di peso, il governatore del Piemonte, Roberto Cota: «Maroni è un grande ministro, sta risolvendo un problema epocale. Al di là di questo episodio, infatti, gli sbarchi dalla Libia a Lampedusa non ci sono più». Già, ma «d'episodio» - come lo chiama Cota - continua a dividere il mondo politico.

Il peschereccio italiano di Mazara preso a mitragliate dalla motovedetta libica indigna non poco il ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «Non ci credo manco per niente che i libici si siano confusi (pensando che si trattasse di un barcone di clandestini, ndr). La Libia si è scusata assicurando che è stato un incidente e noi non abbiamo motivo di dubitarne, ma questo è un incidente che non sarebbe dovuto avvenire. Per fortuna non ha avuto conseguenze nefaste, altrimenti le scuse non sarebbero bastate». Il dibattito è aspro: «Occorre l'embargo economico e commerciale nei confronti della Libia - attacca il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro -. Almeno fino a quando il governo libico non si impegnerà a rispettare i trattati internazionali. Il Mediterraneo non appartiene a Gheddafi». «Ma una rottura con Gheddafi comporterebbe conseguenze disastrose per il nostro Paese», avverte Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. «Nessuno vuole rompere con la Libia, questo però non significa chinare la testa - si oppone Dario Franceschini, capogruppo dei deputati del Pd -. Qualsiasi altro Paese avrebbe reagito in maniera durissima, mentre l'Italia ha classificato quanto avvenuto come un semplice incidente». «L'opposizione è sempre in malafede - replica duro il ministro degli Esteri, Franco Frattini -. Sparare non è mai nelle regole di ingaggio: né nei confronti dei pescatori né nei confronti dei clandestini. Questo è stato già chiarito, ma all'opposizione è inutile spiegarlo...».
E riguardo alle parole di monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e responsabile degli affari giuridici della Cei, che due giorni fa aveva accusato il governo italiano di «inerzia», il titolare della Farnesina taglia corto: «Si tratta della posizione di un vescovo, non è la posizione della Cei...» . Frattini ieri era in missione a Zagabria, così è toccato al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, esporre alla Camera (tra le proteste di Idv e radicali) la posizione del governo: «L'episodio molto grave che ha visto coinvolto il peschereccio italiano - ha promesso Vito - richiederà un forte impegno affinché azioni del genere non si ripetano più».

 

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