Il "soviet supremo" del ridicolo

Poveri democratici. Hanno provato a fare la faccia feroce e a instaurare una sorta di processo stalinista ai deputati radicali eletti nelle liste del Pd. Per ora però sono riusciti solo a coprirsi di ridicolo. Lo scandalo per l'uscita dall'Aula al momento di votare la sfiducia al ministro Saverio Romano, quando era chiarissimo che la maggioranza poteva ampiamente infischiarsene dei loro sei voti, è finito in un bailamme di dichiarazioni deprecatorie dei vari Franceschini, Bindi e Fioroni. Personaggi tutti "chiacchiere e distintivo", che ai Radicali li vede da sempre e comunque come il fumo agli occhi. Poi la patata bollente l'hanno mollata a Bersani che dovrà pure vedersela con Pannella. Per la precisione i Radicali si erano già auto sospesi dal gruppo del Pd da un anno. Precisamente da quando la capogruppo del Pd alla Camera in Commissione giustizia, Donatella Ferranti, ex magistrato, aveva contribuito a "svuotare lo svuota carceri" voluto dall'ex ministro Alfano. Che nella prima stesura avrebbe fatto uscire l4mila detenuti e in quella diventata legge solo mille. Poi c'era stato il deprecabile e più recente episodio del dibattito promosso dallo stesso Giorgio Napolitano e per il quale si erano convocate in plenaria il Senato e teoricamente anche la Camera. Una cosa avvenuta forse due volte nella storia della Repubblica e per la quale tutto il gruppo del Pd aveva firmato compatto. Risultato? A seguire un dibattito di routine iniziatosi e conclusosi con le prudenti parole del ministro Francesco Nitto Palma non più di dodici senatori, tre dei quali ovviamente Radicali. Come se non bastasse, poi, anche il gruppo Pd ha votato contro la mozione dell'amnistia voluta dai Radicali stessi.
Insomma ce ne era a iosa per parafrasare quello che Pannella disse proprio a Franceschini nella memorabile puntata di "Ballarò" del 26 maggio 2009: "ma avete proprio la faccia come il c...". I sei deputati reprobi, per la cronaca, erano stati convocati nell'aula del gruppo Pd di buon mattino per le loro discolpe e infine tenuti su una pseudo graticola fino a pomeriggio inoltrato quando i feroci Franceschini e Bindi hanno saggiamente deciso di passare il cerino a Bersani. Le agenzie di stampa, e di regime, con sprezzo del ridicolo la raccontano così: "Nella riunione del direttivo del gruppo alla Camera è emerso il forte malessere dei deputati Pd per il comportamento dei sei deputati radicali che ieri aveva spinto i democratici a ipotizzare l'espulsione dal gruppo alla Camera. Ma alla fine si è deciso "con spirito unanime" di affidare la questione a Bersani." Nessuno che spieghi come sia possibile espellere un gruppo che si è già autosospeso circa un anno fa, ma tant'è.
“Ieri - spiega Franceschini con parole da burocrate sovietico - in un momento politicamente e parlamentarmente rilevante i radicali hanno messo in atto un atteggiamento molto grave nel metodo e politicamente. Se si fosse trattato di un singolo deputato avremmo risolto con le regole e le sanzioni previste dallo statuto del gruppo ma, vista anche la richiesta dei radicali di un incontro tra i partiti, è necessario affrontare il nodo politico dei rapporti tra radicali e Pd. Dopo questo incontro riuniremo di nuovo il direttivo per decidere”.
Pannella, dal canto suo, ha commentato così l'accaduto: "Franceschini ha fatto un bel regalino a Bersani. Cosa posso dire: decidano loro, ma decidano per loro ovvero per quanto riguarda il Pd. Io sono sicuro - e lo dico a ragion veduta - che sull'emergenza carceri la stragrande maggioranza del partito la pensa proprio come i Radicali. Non c'è alcuna decisione politica da prendere", ha aggiunto Pannella, "perché a noi ci hanno esclusi da tempo. Siccome nessuno in Parlamento contesta che lo Stato è in una condizione flagrante di criminalità, di negazione dei diritti umani e illegalità per la lunghezza interminabile dei processi e per il sequestro di 70mila persone che vivono in carcere in condizione disumana, ieri, alla Camera, questo scandalo lo ha nuovamente denunciato la pattuglia dei sei deputati radicali".
Pannella ha fatto gli auguri a Bersani in un sarcastico comunicato. L'unica cosa certa è che alle prossime politiche i Radicali dovranno inventarsi qualcosa di diverso per mandare una nuova pattuglia in Parlamento. Il loro innaturale essersi "buttati a sinistra" ormai non ha futuro.
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