«Sostiene Bollani» che la tv può essere una partitura jazz

Tra i grandi atout che invidiamo a Stefano Bollani c'è la di lui compagna Petra Magoni, ospite fissa, giunco d'acciaio dalla voce vaporosa alla Fitzgerald, con una storia da film alle spalle.
Petra è anche un'amica nostra. Una che, dopo comparsate come vocalist da Panariello, ci dimostra quanto la tv possa essere caleidoscopio di talenti puri. Sostiene Bollani (Raitre, terza serata) è tra le novità più felici della stagione. Trattasi d'una trasmissione in sei serate "di e sulla musica" condotta dal più talentuoso e amato pianista jazz in coppia con Caterina Guzzanti, di solito più brava della sorella, ora quasi fragorosa come il fratello. La trasmissione è talmente di nicchia, e talmente intelligente che - paventa il collega Dipollina su Repubblica - "potrebbe diffondere la fastidiosa abitudine di riflettere davvero su tv e contenuti senza perdersi nelle balle sui format e sulla tv moderna". Sostiene Bollani è quasi troppo intelligente per la tv di Stato. Ma ha il vantaggio d'essere ingoiata dalla notte; i dirigenti Rai troppo zelanti a quell'ora sono inoffensivi.
Si svolge su un canovaccio che non è del tutto radiofonico, né del tutto televisivo. Bollani - svincolato dalla gabbia teatrale che gli aveva messo addosso David Rondino - ravviva di continuo il clima sull'improvvisazione, come fosse una partitura jazz. Non che nella versione dell'anno scorso andasse male. In Buonasera Dottor Djembè si travestiva da mazziniano per interpretare, con foga risorgimentale, il "radiodramma di una volta", "La carbonara ardente" al grido di «VivaVerdi, viva Bixio, viva Pisacane...»; e si acconciava come Pannella per imitare lo speaker rancido di Radio Radicale; e si camuffava da un camionista melomane che organizza incontri clandestini con un quintetto d'archi sull'A1. Interpretava, perfino, Frank Sinatra tradotto in vernacolo livornese, da My Way a Per i cazzi miei. Divertiva e si divertiva a divertire. Oggi Bollani fa uno scatto in più.
Servillo e Ferruccio Spinetti, Irene Grandi e il clarinettista Mirabassi: tutti gli amici accorrono a iniettare istrionismi in un'oasi nel palinsesto che somiglia ora al salotto di Quelli della notte ora alla tavola imbandita di Miseria e nobiltà. Con Bollani al posto di Totò, sorrisi infilati in tasca, invece degli spaghetti...
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