Sospeso il pioniere della pillola abortiva «Vendetta politica»

Dalla Rassegna stampa

 

Sospeso «in via cautelare» per 25 giorni, Silvio Viale ginecologo del Sant'Anna e primo collaudatore in Italia del farmaco abortivo Ru486. «Porcata» commenta lui. «Provvedimento necessario per rasserenare gli animi» giurano dalla direzione ospedaliera. Intransigente applicazione delle procedure da parte della direzione dell'ospedale torinese? O ritorsione nei confronti del medico che, dal 2005, sperimenta l'aborto farmacologico? Stavolta il mefipristone non c'entra (pare), il problema è piuttosto la «frattura della seconda falange del dito mignolo della mano sinistra» - da referto in possesso del Sant'Anna - dell'infermiera Tiziana Adamo.
La vicenda risale al 30 settembre scorso quando l'Adamo, caposala del reparto di ostetricia, litiga con Viale per via di una partoriente. Discussione «al riparo dalle pazienti» s'affrettano a puntualizzare dal Sant'Anna, temendo di finire in coda a recenti cronache ospedaliere. Lite accesa ma superata assicura Viale offrendo la propria versione: «Quale ferita? Non sono un picchiatore. C'è stato un battibecco. Siamo una struttura in cui i carichi sono pesanti, l'organizzazione è complessa e, oltre al personale, mancano anche le barelle». E, insomma, in quell'occasione, dice Viale «avevo chiesto all'infermiera di trasportare una paziente in sala parto mentre, lei rifiutava. E per farla breve, devo dirla tutta? Alla fine l'ho dovuta trasportare io».
Incidente superato? Per il ginecologo assolutamente sì: «Dieci giorni dopo ero al suo compleanno». La versione della direzione dell'Istituto Sant'Anna è però diversa: «C'è stata un'istruttoria sull'incidente e serviva un gesto per rasserenare gli animi. Abbiamo deciso una sospensione cautelare. L'ultima parola spetta comunque alla commissione (composta da un medico e due amministrativi, ndr) che deciderà entro 90 giorni. Difficilmente ci saranno sanzioni nei confronti di Viale». Nessuna multa, dunque. A maggior ragione il provvedimento «cautelare» si presterebbe, secondo Viale e i radicali italiani che lo sostengono fin dall'inizio della sperimentazione sulla Ru486 a essere interpretato come «censura politica».
Dal Sant'Anna smentiscono: «Provvedimento disciplinare e non politico. Lo avremmo fatto con qualunque altro medico. A Pinerolo un caso analogo non ha destato lo stesso scalpore». Ma il ginecologo della Ru486, ieri, era in vena di riepiloghi: «Dal 2005 ho avuto due ispezioni ministeriali, due procedimenti penali avviati e ora questo disciplinare. Sconto l'avvio di una sperimentazione che, in Italia, non si è mai voluta. Che sta andando bene e che ha contribuito a far conoscere in Italia il Sant'Anna di Torino».
La Ru486 non sarebbe ancora stata digerita da politici e istituzioni sostiene Viale: «Cota non è certo contento che il 50% del mefipristone si consumi nel "suo" Piemonte. E alle nomine dei nuovi direttori ospedalieri mancano 3 mesi». L'allusione a un possibile riposizionamento politico dei vertici ospedalieri e una certezza per Igor Boni e Giulio Manfredi dell'associazione radicale Adelaide Aglietta che definiscono la vicenda «un atto della peggiore politica che ha il solo scopo di colpire il simbolo della vittoria sulla RU486, cercando di cancellare l'ultima conquista delle donne italiane». «Falso» assicurano dal Sant'Anna ma, in cuor loro, pregano «che la commissione disciplinare decida anche prima dei 90 giorni previsti».

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