Sorprese sulla stampa di destra

Comparare i giornali di ieri attraverso il loro giudizio sul nuovo governo dà luogo a qualche sorpresa, soprattutto nella stampa di destra. È logico che, per motivi di mercato, qualche differenza debba pur esserci fra le due testate principali il Giornale e Libero, tanto più che gli andirivieni dei direttori fra una testata e l'altra hanno contribuito a complicare le cose.
Sta di fatto però che oggi il pur grintoso stile di Feltri e Sallusti e i titoli sempre forti di Belpietro sono comunque superati dal furore con cui Ferrara schiera Il Foglio come punta di lancia della guerra al «governo dei banchieri della sospensione della democrazia».Toni da Pci anni '50, che Ferrara sa maneggiare con grande perizia. Ma la vera novità è un'altra, il Tempo di Mario Sechi, che ieri ha firmato un editoriale con una forte apertura di credito a Monti. Già da un po' il giovane direttore sardo si muoveva per spostare il vecchio quotidiano destrorso romano su una linea di moderna destra europea non populista, ieri forse ha definitivamente passato il fiume. Sul ponte Sechi deve aver incrociato Padellaro e Travaglio che hanno piazzato il Fatto sulla riva presidiata da Feltri e Sallusti, con titoli in gara con loro contro il governo e i nuovi ministri e una vibrante intervista a Daniela Santanché. Con in più un asso nella manica. Un titolo volgare come “Da Patonza a Passera” nemmeno il Feltri più ingaglioffito avrebbe potuto metterlo davvero sulla pagina. Travaglio sì.
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