Sorpresa, la Bonino fa le bizze. Peggio, fa la radicale

Dalla Rassegna stampa

Emma Bonino fa le bizze. Peggio: fa la radicale, anzi la pannelliana, digiuni e tutto. Invece d'esserci grata per averla candidata alla presidenza della Regione Lazio, mugugna Rosy Bindi, subito imitata dalla direttrice dell'Unità Concita De Gregorio, Emma Bonino (fanatica dello spinello libero, tifosa dell'aborto, assassina d'embrioni, un giorno la costituzione tradita, il giorno
dopo la fame nel mondo, anticlericale incurabile) adesso pretende la luna nel pozzo: spazi  televisivi garantiti, e che il centrosinistra, in particolare il partito democratico, s'adatti a verificare e raccogliere le firme per i radicali anche là dove i radicali si presentano contro i democratici. Pier Luigi Bersani, che è tanto una brava persona, alla fine ha chinato il capo e detto sì: il partito aiuterà i radicali a verificare le firme. Sono contenti, i radicali, adesso? O vogliono di più, per esempio che i democratici, Rosy Bindi in testa, manifestino in favore dell'eutanasia in
Piazza San Pietro, sotto le finestre del Papa? Questo, o ci ritiriamo dalla gara, e il centrosinistra, democratici di tutte le scuole compresi, dovrà trovarsi (ma campacavallo) un altro candidato.
Qualcuno mormora che l'improvviso imbizzarrimento dei radicali, più che dalle solite questioni di principio che sbandierano sempre così volentieri, derivi dall'aria che tira negli ultimi sondaggi, dove Renata Polverini, la candidata finiana del centrodestra, apparirebbe in testa e la Bonino,
dicono, sempre più distanziata.
Da parte dei radicali, per capirci, sarebbe in corso un tentativo di sfilare la testa dal cappio un attimo prima che l'elettorato boia spalanchi lo sportello sotto i piedi d'Emma Bonino.
È uno scenario affascinante, ma improbabile. Per quanto boriosi, e pieni in generale di difetti, alcuni molto brutti, i radicali certo non hanno paura delle sconfitte, e non è mai stato loro costume filarsela quando le cose si mettono male. Furbate del genere sono più da Italia dei valori che da partito radicale (o comunque si chiami adesso). Piuttosto i democratici: sono stati loro che, dopo l'affaire Marrazzo, con quelle orribili figuracce e tutti quei morti ammazzati a piè di lista, si sono prudentemente defilati dalla corsa per il governo regionale del Lazio; per non
rischiare il proprio prezioso osso del collo, si sono rivolti a Emma Bonino, che invece è sempre
disposta a rischiare il proprio.
Probabilmente, alla fine, la Bonino perderà le elezioni: per quanto si sia appannata, nelle ultime settimane, l'immagine del Popolo della libertà, il ricordo delle frequentazioni di Piero Marrazzo
(viados, ricattatori, papponi, spacciatori, poliziotti corrotti, assassini) ancora incombe sul centrosinistra laziale.
Renata Polverini, del resto, non è meno radicale, a suo modo, di Emma Bonino. Si somigliano,
le due candidate in lizza, più di quanto piaccia ai parrucconi dei due schieramenti. Non è affatto detto, infine, che la candidata radicale, soltanto perché Concita De Gregorio e Rosy Bindi stanno
remando contro, debba perdere per forza. Potrebbe benissimo vincere, là dove Rosy Bindi, anche se si facesse prestare il cilicio da Paola Binetti per impietosire l'Onnipotente nell'alto dei cieli, invece perderebbe dì sicuro. Anzi, è possibile, se non addirittura certo, che le malignità sempre un po' triviali di Rosy Bindi, per esempio quando intima alla Bonino di non «sciupare tempo» digiunando, procurino consensi alla «solita radicale» (come la solita Bindi, al solito illudendosi
d'essere spiritosa, ha apostrofato la candidata del centrosinistra nei giorni scorsi). Non diciamo che Rosy Bindi stia facendo apposta. A differenza del presidente del consiglio, che la giudica intelligente quanto bella, una delle peggiori battute mai ascoltate in tivù, noi abbiamo il massimo rispetto dell'intelligenza politica di Rosy Bindi, ma certe astuzie napoleoniche non le appartengono. È soltanto per caso che lei e Concita De Gregorio stanno aiutando Emma Bonino
a prendere nettamente le distanze dal lato oscuro del centrosinistra.
 

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