Sono l'uomo più felice del mondo

Dalla Rassegna stampa

 

A cena con l'uomo più felice del mondo. Solo un'inalata e un piatto di formaggio, dopo la conferenza che ha tenuto a Torino spiritualità. Matthieu Ricard, 64 anni, biologo francese convertito al Buddismo tibetano, monaco, interprete e consigliere del Dalai Lama, è stato definito dai ricercatori dell'Università del Wisconsin «l'uomo più felice del mondo». Per anni hanno studiato il suo cervello, per concludere che il suo quoziente di felicità superava dello 0,15 il massimo possibile. «Sono stufo di sentirmi chiedere come si fa a raggiungere la felicità. È più semplice di quel che si creda».
 
Sarà, ma l'Occidente non fa che parlare di felicità e sembra piuttosto infelice...
Gli intellettuali europei hanno quest'idea romantica del dolore. E invece basterebbe avere coscienza che si può cambiare e che il dolore è solo un catalizzatore del cambiamento. Siamo gli architetti del nostro futuro.
 
Ma una direzione bisogna pur averla.
Per essere felici dobbiamo coltivare l'amore altruista, ma senza sacrificarci. Quella del sacrificio è un'idea cristiana che noi buddisti non abbiamo. Sono felice di dare i guadagni dei miei libri in beneficenza, non è un sacrificio. Lo faccio e sto bene.
 
Ha mai incontrato un egoista felice?
Gli egoisti non possono essere felici, sono troppo occupati a difendere il loro giardinetto.
 
Che male c'è a coltivare un giardinetto?
In quei giardinetti ci vanno i cani a fare i loro bisogni, i vicini ci buttano l'immondizia. E tu lotti tutta la vita, ma sai già che te li porteranno via. I giardinetti degli egoisti danno un sacco di lavoro e non rendono nulla. Con l'amore altruista crei un giardino che nessuno potrà portarti via. Questa è la felicità. Da non confondere con il piacere.
 
Perché, il piacere è male?
No, ma i momenti vengono veloci e se ne vanno, l'unica cosa che puoi fare è capire che cosa ti ha fatto stare bene e cercare di coltivarla nella tua mente.
 
Mica facile. Come si fa?
Meditando, allenando la mente. Purificandola dalle tossine dell'odio, dall'ossessione dell'io.
 
E il senso di colpa?
Non mi sono mai sentito colpevole. Dispiaciuto, ma mai in colpa per una mia azione Perché dovrei provare colpa? Perché Sigmund Freud ha creato la versione moderna del peccato originale?
 
Qual è il peccato vero?
L'insicurezza. Ci preoccupiamo continuamente di quello che ci circonda e della considerazione che gli altri hanno di noi. Viviamo in funzione di questo, dipendiamo da chi ci innalza e ci sentiamo feriti se non lo fa.
 
Lei si sente felice stasera?
Insomma... Sono arrivato da Montreal, ho sonno e devo aspettare una telefonata di Marco Pannella. E di solito mi tiene al telefono anche un'ora.
 

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