Il sondaggio che divide: le reazioni

Dalla Rassegna stampa

Il sondaggio dell`istituto Crespi pubblicato ieri dal nostro quotidiano ha sollevato le reazioni del mondo politico e con esse le più disparate interpretazioni dei dati più significativi: la tenuta di Berlusconi e del PDL, la crescita dei PD, il calo dell`IDV, l`anomalia radicale e la stretta attualità sono gli argomenti più ricorrenti. Uno dei maggiorenti del PDL in Lombardia, Mario Mantovani, trova «naturale il consenso solido a Berlusconi e al nostro partito. Credo che sia lampante che il PDL non si riconosce nelle iniziative del presidente della Camera. Gli Italiani hanno scelto Berlusconi come capo del governo e lo ritengono un leader insostituibile anche per il PDL. Conseguenza naturale di queste convinzioni è l`ottimo gradimento di Gasparri che da presidente del nostro gruppo al Senato si è impegnato in prima persona a difesa dei patto sottoscritto nel 2008 con gli elettori». Mantovani spiega così il successo di Brunetta e Gelmini: «sono entrambi grandi lavoratori, impegnati nell`innovazione. del Paese. Il ministro dell`istruzione, ad esempio, ha lavorato ad un`eccezionale riforma dell`università». Di tutt`altro avviso una delle promesse del Partito democratico, Matteo Colaninno che ha immediatamente messo in luce «la preferenza degli italiani per un sistema che, se non è bipolare, è certamente molto semplificato». In particolare, secondo Colaninno, «è premiata la scelta di portare Bersani alla segreteria dei partito». Intervistato a proposito della partecipazione alla manifestazione del 5 dicembre, sponsorizzata da Antonio Di Pietro con l`adesione di Veltroni e Franceschini, il responsabile dello sviluppo economico per il PD ha detto che non andrà. Il comportamento dei Pd di fronte alla manifestazione è preso di mira dall`instancabile vice capogruppo Idv alla Camera, Fabio Evangelisti, secondo il quale «ricorda le titubanze del partito socialista di fronte alla prima guerra mondiale, quando si diceva né aderire né sabotare». L`esponente dell`Idv attribuisce anche il forte indice di fiducia di uomini come Brunetta e Gasparri alla loro popolarità e presenza televisiva, conseguentemente «l`Italia dei valori è stata penalizzata dall`oscuramento che abbiamo subito dopo le elezioni europee». In ogni caso per Evangelisti «per I`IdV sarà interessante vedere i sondaggi dopo la manifestazione del 5 dicembre». Il berlusconiano di ferro chiamato a controllare la commissione di vigilanza Rai di cui è vice presidente, Giorgio Lainati, è il solo esponente del centro destra ad avvertire che la nuova spinta dell`opposizione passa per la trasmissione di Santoro di ieri sera e l`adunata di Antonio Di Pietro di domani. «La puntata di AnnoZero di ieri è funzionale a portare mezzo milione in dote a Di Pietro». Sui nostri numeri Lainati dice che «gli elettori del centro destra premiano Berlusconi e chi con lui è coerente col mandato ricevuto nel 2008 sulla base di un programma i cui contenuti devono essere attuati e non scardinati come sta facendo Fini». Da segnalare, infine, la presa di posizione della lista Pannella Bonino che ha nuovamente sottolineato l`anomalia radicale. Un sondaggio apparso ieri sul Sole 240re attribuisce ai Radicali lo 0,7% mentre la rilevazione dell`istituto Crespi pubblicata ieri dal Clandestino consegnava alla lista Pannella Bonino un onorevole 2,2%. Il problema Bordin e gli altri hanno ragione - è che i radicali non esistono proprio! Nel senso che anche alle ultime elezioni europee ha concorso la lista Pannella Bonino. Che senso ha, dunque, cambiare le carte in tavola, alterando il nome di una lista?

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