Solo sei deputati del centrodestra firmano l'appello per Draghi alla Bce

Dalla Rassegna stampa

Va a rilento la raccolta di firme bipartisan a sostegno della candidatura di Mario Draghi al vertice della Bce. A un mese dall’avvio dell’iniziativa, voluta dal deputato Pd Sandro Gozi, presidente della Commissione politiche comunitarie, in pochissimi hanno risposto: appena 50 nomi, di cui solo 6 del Pdl. Anche la lettera-appello inviata al premier Silvio Berlusconi per spingerlo a considerare questa nomina come «una grande opportunità per il nostro paese e per l’Europa», è rimasta senza risposta. «Davvero non so spiegarmi il perché», lamenta Gozi che tuttavia non dispera di allungare l’elenco degli aderenti nelle prossime ore, specie tra i parlamentari della maggioranza: punta a quota 100, almeno.
Freddezza bipartisan, allora? Certo 50 aderenti sono proprio pochi se si pensa che, solo alla Camera, i deputati Pd e Pdl sono 476. E ancora di più colpisce questo numero esiguo così distribuito trai due schieramenti se si considera che, tra i promotori della raccolta firme, vi sono tra gli altri anche due parlamentari Pdl, Mario Pescante e Nicola Formichella: al momento li hanno seguiti solamente Benedetto Fucci, Giuliano Cazzola, Sabrina De Camillis e Elena Centemero. Comunque, per precisione: tra i sì figurano pure 10 parlamentari Udc, con Rocco Buttiglione tra i promotori e uno Idv. Dal Senato, al momento, soltanto in 2 hanno firmato, entrambe dell’opposizione: Mauro Del Vecchio e Emanuela Baio.
Nella missiva al premier, rimasta lettera morta, Gozi lamentava una «disattenzione del mondo politico» sulla candidatura Draghi e la mancanza «di un segnale forte» e di un «impegno esplicito» nel promuovere il nome il governatore della Banca d’Italia per la Bce, un incarico per il quale è in corsa anche il tedesco Axel Weber, presidente della Bundesbank. Fino ad ora, oltre a un incontro Berlusconi-Draghi, ci sono state solo una frase del ministro Tremonti, che a febbraio ha parlato di un «ottimo candidato» italiano, un accenno del suo collega Sacconi e uno del sottosegretario Bonaiuti. Al presidente del Consiglio, Gozi ricordava «quanto conti, in termine di immagine e di influenza, poter vantare la guida di una istituzione comunitaria da parte di un connazionale».
Aggiungeva che, proprio per meglio riuscire nell’intento, «governo, maggioranza e opposizione» dovevano manifestare «il loro appoggio convinto, attivare i loro rispettivi contatti europei, spiegare la necessità, per l’ Europa, di una decisione simile». Invece .... «Io ho chiesto spiegazioni: mi hanno detto che sono stati molto impegnati con le elezioni regionali», racconta il parlamentare, che ha alle spalle una esperienza europea, prima come consigliere di Prodi e poi di Barroso alla Commissione. «Anche se c’è
ancora tempo prima delle scelte, bisogna posizionarsi».
L’attuale presidente della Bce, il francese JeanClaude Trichet, scade nel 2011 e il 15 gennaio del 2012 finisce anche il mandato del governatore italiano, il nono nella storia secolare dell’ Istituto, il primo «a tempo»: sei anni, rinnovabile una sola volta.
Dragh iè stato scelto tra Natale e Capodanno del 2005 al termine di una stagione di polemiche roventi sulla gestione Fazio e lo seleziona proprio il governo Berlusconi

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