I sogni a occhi aperti di Pier Paolo Segneri

E`giusto sognare: giusto è immaginare e sperare. Come sembra fare Pier Paolo Segneri in un recente articolo su L`Opinione quando affronta il dibattito sulle eventuali candidature di Emma Bonino e Renata Polverini alla Regione Lazio. Segneri le considera non due avversarie, ma alleate per un`alternativa al sistema di potere unico e trasversale, che domina la politica italiana. Infatti, qualora la Bonino e la Polverini siglassero un accordo politico per le prossime elezioni regionali verrebbero, di fatto, a gettare un grimaldello all`interno dei sistema partitocratico fondato su questo "monopartitismo imperfetto". L`analisi politico-storica di Segneri è forse limitata dalla grave assenza di un`analisi politica volta a 360 gradi. Quindi, rivolta anche verso i radicali, che sono ospitati a bordo dai padroni del vapore. Leggasi pure: Partito democratico. Dimentica, Segneri, che c`è una storia recente in cui, qualcuno ha posto lo zerbino davanti alla porta in attesa di essere accettato dagli ex Pci, ex Pds, ex Ds, ora Pd, per ottenere una seggiola più comoda, stanco di stare in piedi, ha perduto lo storico spirito liberale, riformatore, americano dei radicali. Chi è che ha portato i radicali a quella scelta? L`articolo di Segneri questo non ce lo racconta e ce lo dovrebbe, invece, dire con la stessa acutezza con la quale giustamente auspica una diversa stagione politica per la laicità, per l`affermazione del pensiero liberale, per una giustizia giusta, per le riforme, per, per, per. Ora ci sono di nuovo quelli che ritornano davanti all`uscio di Pierluigi Bersani col cappello in mano per sperare in qualche posticino in più: magari pure seduti vicino al grande Di Pietro... Tanto girano la testa dall`altra parte. II Segneri sogna e fa bene a sognare, dimenticando che alcuni suoi compagni liberali, riformatori, laici, e libertari sono gli stessi che prima gli hanno fregato l`idea della Rosa nel Pugno, per poi affossarla quando non c`era l`incasso per qualcuno. E poi si dice che i radicali se ne vanno...
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