I socialisti sono annegati nel Pd

C'è stato un breve periodo di palese dissidio, fra democratici e socialisti; poi, l'accordo pieno è stato raggiunto. Il Psi ha avuto le garanzie richieste: il segretario socialista Riccardo Nencini si è detto convinto di ottenere sette parlamentari, un pacchetto di seggi rapportato a una formazione che nel 2008 (costretta allora a correre per conto proprio, a seguito della «vocazione maggioritaria» predicata da Walter Veltroni) riportò uno stentato 1%.
Ovviamente le assicurazioni, in termini di eletti, sono sempre aleatorie. Ne sanno qualcosa i radicali, i quali cinque anni fa furono costretti all'identica collocazione cui oggi si sottopongono i socialisti, ossia l'inserimento nelle liste democratiche. Ottennero i nove seggi promessi, sì, ma soltanto perché la Sinistra Arcobaleno di Fausto Bertinotti rimase esclusa dalle Camere, in modo tale da consentire al Pd la conquista di un buon numero di parlamentari inattesi, fra i quali non pochi di quelli spuntati dai radicali, che altrimenti sarebbero stati penalizzati rispetto agli impegni.
Il Psi ha fatto i dovuti conti. Il presentarsi autonomamente, col proprio sim-bolo, a parte le difficoltà per raccogliere le firme, avrebbe potuto far ottenere pochi deputati e quasi certamente nessun senatore. Non è finita qui: posto che la valutazione generale, sia degli analisti sia dei sondaggisti, piazza i socialisti intorno all'1%, ci sarebbe pure stata la possibilità di doversela vedere con il Centro democratico (ex Api + dissidenti dell'Idv, Tabacci + Donadi) per diventare, nell'alleanza coalizione con Pd e Sel, la maggior lista fra quelle con una percentuale inferiore al 2%. Conseguenza ultima: il potenziale azzeramento della presenza socialista.
Un interrogativo che si pone sempre, e che non può mai trovare risposta, riguarda il comportamento degli elettori di un partito quando la propria formazione di riferimento non si presenta col proprio simbolo ma soltanto con candidati inseriti in liste di altri movimenti e quindi sotto altri contrassegni. Un tempo questi elettori potevano far ricorso alle preferenze, almeno alla Camera, per identificare i candidati. Da quando vige il porcellum, possono soltanto votare liste che comprendano candidati amici, spesso in posizione di sicura esclusione dal Parlamento. C'è da chiedersi se tutti i sostenitori del Psi voteranno Pd, senza vedere alcun contrassegno legato alla tradizione socialista, così come c'era da domandarsi se tutti i radicali votarono Pd nel 2008, senza che ci fosse uno degli svariati simboli sfoggiati in precedenza da Marco Pannella.
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