Siria, strage di civili e il regime chiude gli ospedali

È di almeno 66 civili uccisi il bilancio della nuova offensiva dell'esercito scattata ieri in Siria. Offensiva che ha colpito le città di Deir al Zour e Homs. A Deir al Zour le vittime dei carri armati. secondo gli attivisti che protestano contro il regime, sono 50 e i feriti sono curati nelle moschee dopo la chiusura degli ospedali ordinata dalle autorità. A Homs i morti sono stati 16, fra cui quattro donne e due bambini.
Nel frattempo il Presidente Bashar al Assad assicura che «il Paese ha imboccato la strada delle riforme». Nel suo incontro con il ministro degli Esteri libanese, Adnan Mansour Assad ha aggiunto che «è dovere dello stato, che deve difendere la sicurezza e proteggere le vite dei civili, affrontare i fuorilegge che bloccano le strade, isolano intere città e terrorizzano i loro residenti». Secondo un'organizzazione umanitaria. ripresa dalla Cnn online, otto neonati prematuri nelle incubatrici sarebbero morti dopo che le autorità hanno tagliato l'energia elettrica a un ospedale nella città di Hama.
La Lega Araba è tornata dopo settimane di silenzio a condannare l'acuirsi della repressione militare di Damasco. Il segretario generale della Lega, Nabil al Arabi, esprime «una crescente preoccupazione e una profonda angoscia per il deterioramento delle condizioni di sicurezza in Siria dovute all'inasprimento della violenza e delle operazioni militari». In quasi cinque mesi di repressione si tratta del secondo comunicato della Lega Araba sulla questione siriana. E ieri sulla Siria è intervenuto anche Benedetto XVI. In occasione dell'Angelus, oltre all'appello perla pace in Libia, il Papa ne ha rivolto uno a Damasco. «Rinnovo alle autorità ed alla popolazione siriana un pressante appello - ha detto il Pontefice - perché si ristabilisca quanto prima la pacifica convivenza e si risponda adeguatamente alle legittime aspirazioni dei cittadini, nel rispetto della loro dignità e a beneficio della stabilità regionale».
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