Siria, l'Onu si spacca sulla condanna ad Assad

Dalla Rassegna stampa

Mentre in Siria continuano a essere sotto assedio le città ribelli che sfidano il presidente Bashar al-Assad, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ieri non è riuscito a produrre una risoluzione di condanna della repressione dei giorni scorsi, che ha causato almeno 430 vittime. Secondo fonti diplomatiche, sono state Russia e Cina, con il loro diritto di veto di membri permanenti, a bloccare l'iniziativa di Gran Bretagna, Francia, Germania e Portogallo.

Intanto l'Ue fa quadrato contro la repressione: Parigi, Roma, Londra, Madrid è Berlino convocano gli ambasciatori di Damasco accreditati per esprimere «forte condanna» per le violenze e la repressione contro i manifestanti. E ci si prepara anche alla controffensiva mettendo sul tavolo dei 27 l'arma delle sanzioni, in attesa che si pronunci anche il Consiglio per i diritti umani dell'Onu. Servono «dure sanzioni mirate contro i responsabili militari e dei servizi di sicurezza delle stragi delle settimane scorse» ha spiegato ieri il ministro Franco Frattini.

Continuano le divisioni interne al regime di Assad: ieri altri 203 membri del Baath, il partito al potere in Siria, si sono dimessi in segno di protesta verso la repressione.

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