I singolari interpreti del governo

Le due volte che il centro sinistra è andato al governo ha sempre dovuto affrontare Berlusconi che, alle prime difficoltà, in genere coincidenti con la legge finanziaria, cominciava a sventolare sondaggi che gli davano la maggioranza e a sostenere che il governo doveva dimettersi. La sua "Costituzione materiale " evidentemente prevede che l'incarico a governare lo affidino Piepoli e Mannheimer. Questo però vale solo quando è all'opposizione, perché se governa lui l'ipotesi di dimissioni è equiparata dal Cavaliere a una congiura di palazzo, quando non a un golpe. E infatti così si esprime in questi momenti difficili.
L'opposizione però deve stare attenta a non cadere nella stessa logica stralunata. Per esempio, il capogruppo dell'Idv Donadi qualche giorno fa ha stentoreamente intimato al presidente della Repubblica di sciogliere le Camere perché i listini di borsa avevano chiuso in rosso. Un singolare interprete della Costituzione, che continua a chiedere la fine anticipata della legislatura mentre Di Pietro dai teleschermi annuncia il referendum elettorale. Dovrebbero almeno mettersi d'accordo. Tutt'e due le cose - insieme non si possono fare. Infine c'è Vendola che annuncia che stiamo vivendo «l'equivalente di una guerra» perché «la crudeltà sociale si è fatta Stato». L'annuncio vendoliano però arriva dal Festival del cinema di Venezia, docilmente paragonabile alla Stalingrado di settant'anni fa. Berlusconi è certo il principale problema. Ma non il solo.
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