Sindaco vieta il libro ricordo dell’obiettore di coscienza

Dalla Rassegna stampa

«Non violento». Alerino Peila lo diceva sempre, quando parlava di se e delle sue azioni, «controcorrente» degli Anni ‘70. Lo diceva per marcare quella sua scelta di vita, quel suo modo di essere, per sottolineare che la non violenza era la vera strada verso la libertà. Alerino Peila, uno dei primi obiettori di coscienza d’Italia, arrestato e condannato nel 1972, per quel suo modo radicale di dire «no» all’obbligo di prestare il servizio di leva «perché un giorno potrei anche dover imbracciare un fucile ed uccidere un essere umano», si è spento tre anni fa. Dopo una vita trascorsa senza venire mai meno ai suoi ideali. A tre anni dalla sua morte, l’Anpi di Rivarolo, Favría e Oglianico, avrebbe voluto ricordare la figura di questo personaggio. Grazie al cui impegno, nel 1972, il Governo ha varato il riconoscimento del servizio civile. La sua storia, infatti, è stata inserita nella nuova edizione del libro «Ho spezzato il mio fucile», scritto da Alberto Trevisan, un altro obiettore finito più volte in un carcere militare, per aver rifiutato l’arruolamento. L’Anpi di Rivarolo, quel libro, avrebbe voluto presentarlo nella sala consiliare del Comune: racconta una pagina di storia del nostro Paese. Racconta la storia di quegli uomini grazie ai quali l’obiezione di coscienza - la possibilità per i coscritti di scegliere tra il servizio militare e quello civile è diventata una legge dello Stato. Ma l’amministrazione di Rivarolo ha rifiutato senza mezzi termini - il patrocinio dell’iniziativa e la concessione della sala consiliare. «È una manifestazione di antimilitarismo - tuona il sindaco, Fabrizio Bertot - la mia amministrazione è da sempre vicina al nostro esercito e ai suoi ideali». Bertot, che con l’Anpi ha già avuto qualche screzio in passato, non fa nulla per nascondere la sua contrarietà. «La nostra è una scelta politica - aggiunge - non abbiamo nulla contro i proponenti. Il problema è nel merito dell’iniziativa antimilitarista che ci è sembrata fuori luogo».

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