Silvio fa fuori anche Bersani. Avanti il prossimo

Polverini e Bonino? Cota e Bresso? Macché, la sfida più importante non era per una Regione, piuttosto per una ragione: stai con Berlusconi o contro Berlusconi? Lo sappiamo tutti che la campagna elettorale si è giocata sulla scelta di campo più che sulla scelta dell’assessore alla sanità.
Così, se molte partite locali sono andate avanti per ore sul filo dell’incertezza, fra proiezioni e previsioni, dati parziali e ondate emozionali, la partita nazionale è apparsa decisa fin dalle prime ore della sera: col tramonto del sole sono tramontate anche le speranze del centrosinistra di dare una spallata al Cavaliere. La campagna d’odio non è bastata, l’inganno delle liste neppure: Berlusconi esce da questa tornata elettorale un po’ più forte di prima: il centrodestra tiene sostanzialmente dappertutto, cresce nei voti in 6 regioni su tredici e va a strappare al centrosinistra Calabria, Campania, Piemonte e pare (mentre scriviamo) anche il Lazio. E dato rilevante è questo: nel 2005 il centrosinistra aveva conquistato il diritto di governare 12 regioni. Una, l’Abruzzo, l’aveva già persa per strada. Altre tre le ha sicuramente perse ieri, la quarta a quanto sembra (mentre scriviamo) pure. Al contrario il centrodestra ottiene riconferma, con percentuali da cappotto, nelle due regioni dove ha governato (Lombardia e Veneto). E se neaggiudica altre quattro. In sintesi: il centrosinistra lascia, il centrodestra raddoppia. Anzi, triplica.
Solo in Italia il governo avanza
Altro che effetto Sarkozy. I gufi che speravano nel flop, i beccamorti seduti sulla riva del fiume in attesa del cadavere politico, quelli che hanno usato ogni mezzo lecito e illecito (soprattutto illecito) nella speranza di far scivolare l’odiato premier, ora possono leccarsi le ferite: mentre in tutto il resto d’Europa i partiti al governo perdono terreno, in Italia (unico caso del continente) il partito al governo avanza, E avanza, si badi bene, nonostante la grave crisi economica (e si sa: la crisi economica danneggia sempre chi governa), e nonostante il forte astensionismo (e si sa: l’astensionismo danneggia sempre il centrodestra). A questo punto la paura è d’obbligo: a quali altri mezzi violenti ricorreranno per cercare di fermare Berlusconi?
«Vince il centrodestra e non so perché», ha commentato a caldo l’ex governatore della Calabria Agazio Loiero. E questo dà il senso del disorientamento del centrosinistra, che molla i suoi presidi al Sud e crolla al Nord: in Lombardia nel 2005 lo sfidante di Fonnigoni ottenne il 42 per cento, oggi è al 33 per cento, nove punti in meno. In tutte le aree produttive del Paese il Pd scompare, nelle sue roccaforti (come in
Emilia) perde ancora terreno nei confronti della lega, in tutt’Italia subisce l’avanzata di Di Pietro (passato dall’ 1 al 9 per cento, anche se è stato sconfitto nella sua Montenero di Bisaccia) e
ora pure dei granaria che conquistano il 3 per cento in Piemonte, il 2,6 per cento in Veneto,
addirittura il 7 per cento in Emilia Romagna.
Dal Vaffa Day al Vaffa Exploit: c’era una volta un comico che faceva ridere la sinistra. Ora, invece, la fa piangere.
Democratici ancora sconfitti
Povero Bersani: di fatto vince in Puglia, ma solo perché il candidato del partito ha perso le primarie ed è stato costretto a lasciare spazio a Vendola che non c’entra niente con il Pd. E ha combattuto fino all’ultimo voto nel Lazio, ma solo perché ha messo in campo i trucchi e la Bonino, cioè una radicale che (pure lei) non c’entra niente con il Pd. Se a questo ci si aggiunge che non è riuscito in questi mesi a mostrare una strategia chiara a livello nazionale (con l’Udc? Senza? Con Di Pietro? Ma fin dove?) e che in campagna elettorale la cosa migliore che ha fatto è stata quello di tacere, non c’è da prevedere un futuro roseo per il segretario con la passione per Sanremo: a lui piace cantare, ma l’impressione è che finirà suonato. Destino: una panchina dell’Emilia, a giocare a briscola con Franceschini. Per la serie: ci abbiamo provato.
E dunque Polverini e Bonino? Mentre la notte porta l’ ultimo definitivo verdetto regionale, il verdetto nazionale appare già chiaro da tempo: non sappiamo che cosa succederà tra qualche mese, ma abbiamo una vaga idea di quel che succederà tra tre anni. Berlusconi si ripresenterà alle elezioni saldamente in sella a un centrodestra ancora più forte, Bersani, invece, andrà a tenere compagnia agli altri leader del centrosinistra che stanno in pensionamento anticipato dopo essersi rotti le ossa nello scontro frontale. Il dubbio è: chi lo sostituirà? Vendola? La Bonino? Di Pietro? Grillo? Davvero il Pd passerà dai travagli ai travagliai? O solamente dai casotti ai Casini?
© 2010 Libero. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments