Silvio apre: ma senza lasciare

Dalla Rassegna stampa

Disposto a discutere di programma e di un nuovo patto di legislatura con Gianfranco Fini, ma assolutamente contrario a prendere in considerazione le dimissioni. Silvio Berlusconi, stando a chi ha avuto modo di parlargli in queste ore, è irremovibile: «Non ha nessuna intenzione di fare passi indietro», assicura una fonte parlamentare di maggioranza che sostiene di averlo sentito. L’intenzione di Berlusconi, salvo improvvisi ripensamenti, resta dunque quella di andare alla conta il 14 dicembre. Quindi il pallottoliere la fa da padrone. Soprattutto a Montecitorio. Sulla carta, al momento Pdl e Lega nonostante il soccorso dei Repubblicani di Nucara, dell’Adc di Pionati e della pattuglia dei Popolari per l’Italia di Domani di Romano e di Noi Sud di Iannaccone (fuoriusciti da Mpa e Udc) si fermano a quota 307, non lontano ma neanche vicino alla vetta dei 316 voti necessari per incassare la fiducia. Ma molto dipenderà dal toto-assenti, che potrebbe far calare il numero di voti necessari ad incassare la fiducia, mentre c’è chi parla di un toto-malati, alludendo ad un paio di deputate incinte. Silvio Berlusconi punta a pescare nella "zona grigia" del gruppo Misto non ancora schierato che conta una quindicina di deputati, corteggiatissimi da tutti, sperando anche in defezioni dell’ultima ora. Intanto sembra che il pressing degli uomini del Cavaliere stia dando frutti e la zona degli indecisi, che potrebbero optare per un sostegno al Governo sembra allargarsi. C’è grande attesa infatti per la conferenza stampa, prevista per oggi a Montecitorio del deputato dell’Idv Domenico Scilipoti insieme ai deputati del gruppo Misto Massimo Calearo e Bruno Cesario che sono annoverati tra gli indecisi che potrebbero correre in soccorso del Governo. «Se le cose dovessero cambiare farò delle scelte per l’interesse del Paese» dice Scilipoti senza svelare le sue intenzioni, anche se in genere quando ci si appella «all’interesse del Paese» vuol dire che si sta cambiando idea. Per quanto riguarda Calearo, imprenditore veneto uscito dal Pd e ora al Misto e il napoletano Cesario, anche lui uscito dal Pd e passato all’Api prima di approdare al Misto, a Montecitorio c’è già chi li considera patrimonio" della maggioranza. Se oggi i tre faranno outing il premier salirà a 310 voti. Il pressing berlusconiano continua sull’Svp con il corteggiamento di Siegfried Brugger, Karl Zeller e Nicco Rolando Roberto. «Credo che ci asterremo», afferma Zeller, mentre non sembra andar bene la trattativa con i tre deputati liberaldemocratici visto che l’incerto Maurizio Grassano sarebbe orientato a non dare la fiducia. Intanto i sei deputati Radicali, eletti nelle liste del Pd, dopo aver lasciato intendere due giorni fa che avrebbero votato la sfiducia, ieri hanno fatto trapelare di non aver ancora detto come voteranno il 14 dicembre e avanzano richieste. E Paolo Guzzanti (Pli) annuncia: «Fiducia possibile se si abroga la legge elettorale attuale».

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